tag:blogger.com,1999:blog-50307606390755887182024-02-22T02:31:50.731-08:00scarTrekscarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.comBlogger23125tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-52174680812916491412010-05-17T09:37:00.000-07:002010-05-17T09:40:07.969-07:00grazie<span style="font-size:130%;color:#66ffff;">"..quella birra che si beve in campeggio prima di andare a farsi la doccia dopo una giornata di mare."</span><br /><span style="font-size:130%;color:#66ffff;"></span><br /><span style="font-size:85%;"></span><br /><span style="font-size:85%;"></span><br /><span style="font-size:85%;">l'immagine piu bella dell'ultimo periodo,che io ricordi.grazie a chi ha mai bevuto quella birra con me,a chi lo farà,a chi ha detto questa frase,e alla birra</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-52612415962432216272010-03-21T08:46:00.000-07:002010-03-21T09:12:13.919-07:00finchè non lo proviSiamo tutti promotori di amore, di comprensione, tollleranza, diplomazia. E viviamo 363 giorni all'anno in base ad almeno uno di questi principi, credendoci, sforzandoci di essere comprensivi, credendo di esserlo, e con la convinzione -fondata, direi- che questo ci renda delle persone migliori.<br />Ma arriva il giorno in cui qualcosa ti bussa alla porta. E può essere un <em>dolore</em> acutissimo, o una <em>scelta</em> difficilissima che però sei costretto a fare, può essere un <em>errore</em>, o il <em>caso</em>. In ogni caso quando accade e tu per la prima volta, inconsapevole, vergine e ingenuo, apri.. Beh, allora ti colpisce l'<em>odio</em>. Finchè non lo provi e lo disprezzi perchè, per sentito dire, sai che è sbagliato, e scorretto, e <em>distruttiv</em>o come acido, sei una brava persona, ma non lo conosci.<br />Sei uno che vota a sinistra senza aver mai letto Marx. Non sai di cosa stai parlando, il più delle volte manco sai cosa stai <em>provando, vivendo.</em><br />Perchè l'odio è una cosa straordinaria. E rendersene conto offre una forza altrettanto eccezionale e irresistibile, che devi sapere come usare, incanalare.<br />E' una delle irrazionalità più tali che esistano, come un sogno, come una crisi di panico.<br />Lividi e lacerazioni ti straziano la pelle che hai dentro e fanno talmente male che ti stupisci di come non solo tu non stia urlando di dolore, ma tu stia addirittura <em>sorridendo</em>. E' un godimento <em>malato</em> e morboso, tanto più insano quanto più credi che non dovresti farlo.<br />E ne diventi schiavo. In positivo o in negativo. O perchè quel brivido che ti da sai che è sbagliato ma arriverà, prima o poi, di nuovo, il momento in cui cederai e lo andrai a ricercare, o magari attenderai paziente che sia lui a trovare te, perchè sai che lo farà.<br />Oppure ne sarai schiavo perchè cadrai nel <em>patetico</em> tentativo di evitarlo, reprimerlo, sfuggirgli, essere superiore, e questo ti porterà a pensare a lui molto più che <em>mai</em>, molto più degli <em>altri,</em> molto più del <em>normale</em>.<br />Ma finchè non lo provi, o magari non ne hai consapevolezza, ti senti migliore. E nella metà dei casi non sei migliore, sei solo più fortunato, o più ingenuo. Spesso io stessa ho creduto che giustificare e capire, <em>comprendere</em> e sapere che avrei potuto essere come la persona che odio mi allontanassero dall'odio stesso, tenessero la mia tanica di benzina a distanza di sicurezza dalla fiamma.<br />Beh non è così.<br />Quando hai aperto la porta e ormai l'hai provato, l'odio, diventi solo più bravo a scindere razionale da irrazionale, ma il segnare confini netti rende entrambi quegli aspetti più <em>efficienti,</em> rende gli spazi netti e questo gli da la possibilità di estremizzarsi.<br />Quando odi e ti vergogni di odiare sai spiegare agli altri i tuoi sentimenti argomentando che non sono quello che loro definiscono odio. E' un <em>cancro</em>, che quando per curarlo perdi i capelli e ti metti una parrucca novanta su cento la parrucca è più bella dei tuoi capelli veri. Almeno per chi non sa <em>che</em> la indossi e <em>perchè</em> la indossi.<br />Il buonismo è una posa, una delle più bastarde, perchè chi la assume meglio è quasi sempre chi in realtà conosce meglio di tutti ciò che nega e nasconde.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-71963074637248145372010-03-20T09:39:00.000-07:002010-03-20T09:58:06.672-07:00forse il relativismo<span style="color:#ff0000;">Mi trovo a domandarmi come sia possibile che io e un'altra persona che viviamo una qualunque cosa da due lati diversi, opposti, possiamo vederla allo stesso identico modo. </span><br /><span style="color:#ff0000;">Non riesco a capire come sia possibile che parlando d'<em>amore</em>, in una frase, una persona che si trova in una posizione opposta, contrapposta e complementare alla mia, possa dire di questo amore esattamente ciò che avrei voluto saper dire io. Quando io sono un carnefice e lei una vittima, ad esempio.</span><br /><span style="color:#ff0000;">Mi chiedo se non sia una specie di cubismo sentimentale, emozionale, percui vediamo tutti i lati di una cosa ammassati lì in un <em>nonsense</em> nel quale però c'è una, seppur bassissima, probabilità che due persone ci leggano la stessa cosa, ci vedano la stessa cosa.</span><br /><span style="color:#ff0000;">Mi chiedo se piuttosto non stiamo fissando qualcosa che è come una ruota, che gira, percui tutti i lati prima o poi passano da tutti, si fanno vedere da tutti, e quindi è facile che le opinioni si conformino, sul lungo termine, perchè avremo prima o poi tutti le stesse informazioni. O magari qualcosa tipo una sfera, una biglia, che cambia direzioni e riflessi, ma è poi tutta uguale, e a prenderla in mano non le si saprebbe trovare un senso, un dritto, un rovescio.</span><br /><span style="color:#ff0000;">Mi domando se piuttosto non stiamo guardando entrambi la medesima cosa, da due macchine diverse verso lo stesso schermo, e non stiamo facendo le stesse identiche cose, comportandoci allo stesso modo, però il nostro bisogno di darci un ruolo ce lo faccia dare diverso, perchè si, perchè sulla scacchiera i colori sono due, e se non sei il bianco sei per forza il nero, e non puoi essere quello rosso che invece sta giocando ad un altro gioco, perchè ti ci hanno incastarato, in quella scacchiera, e tu c'hai creduto. Sei convinto di non poter uscire, da quella scacchiera, ci hai creduto. E poi magari sei solo in piedi sullo zerbino del suo bagno.</span><br /><span style="color:#ff0000;">Mi chiedo se magari stiamo facendo le stesse mosse, ci stiamo comportando allo stesso modo, perciò è ovvio che diamo la stessa lettura. Solo che sono le altre persone con cui ci rapportiamo, a comportarsi in modo diverso tra loro, dando ai nostri racconti finali diversi, e questo fa sentire diversi noi, tra di noi.</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-23245172910204898022010-03-16T10:41:00.000-07:002010-03-16T12:28:58.306-07:00non contraddizione<span style="font-size:130%;">Sto seguendo delle lezioni che mi fanno fare dei viaggi mentali assurdi, non so se ascrivibili nella categoria "filisofia" o "diritto" o "delirio".</span><br /><span style="font-size:130%;">Una delle più interessanti è partita dall'analisi del <em>principio di non contraddizione</em>.</span><br /><span style="font-size:130%;">Non sono in grado di sostanzializzare il problema in altro modo che non sia esporre il problema stesso, fiduciosa che a me e a chiunque vengano in mente domande e magari risposte strada facendo.</span><br /><span style="font-size:130%;">(Anche se in effetti in facoltà mi si è modificata la mente in modo tale che leggo tutto nell'ottica del diritto, dello stato, della democrazia, e mi sembra strano che in modo non altrettanto ovvio, spontaneo, essenziale gli altri non lo facciano. Che gli altri non prestino attenzione a questi aspetti.)</span><br /><span style="font-size:130%;">Perciò, di tanto in tanto, mi scapperà qualche considerazione, forse.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">Comunque.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">Il problema si è posto in questi termini, a partire dal consumato paradosso del bugiardo che dichiara di mentire:</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">SE IO SONO TOLLERANTE DEVO TOLLERARE ANCHE GLI INTOLLERANTI.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">Se io sono democratico, liberale, o checazzodidirsivoglia, devo tollerare chi odia ebrei, neri, omossessuali, islamici, donne, o chiunque abbia gli occhiali.</span><br /><span style="font-size:130%;">E devo accettare, <em>credere</em>, essere intimamente persuaso del fatto che la sua opinione valga quanto la mia. Che la sua idea possa essere, sostanziata dai suoi argomenti, oggettiva tanto quanto a me sembrano esserlo le mie convinzioni.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">E qua si irradiano problemi infiniti.</span><br /><span style="font-size:130%;">Dov'è il confine tra la tolleranza e il relativismo assoluto?</span><br /><span style="font-size:130%;">Siamo tutti, in fondo, intolleranti, per il solo fatto di non tollerare gli intolleranti?</span><br /><span style="font-size:130%;">L'odiarli ci rende come loro?</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">Sono ipotesi terribili e non è, purtroppo solo un gioco di parole, risolvibile con l'espediente pratico del fatto che si parla di concetti assoluti e puri che nella realtà non si realizzano.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">La soluzione appare essere intolleranti, almeno un po', per tutelare se stessi. </span><br /><span style="font-size:130%;">Ricadere ancora un po' più in basso nell'egoismo e nella miope diffidenza aggresiva dei razzisti.</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">Ma soprattutto, la democrazia che ruolo ha in tutto ciò?</span><br /><span style="font-size:130%;">Una democrazia che reprima l'intolleranza, in quanto moralmente riprovevole in modo riconosciuto da tutti, tradirebbe la sua essenziale natura. Ma non può, del resto, dare alle minoranze pari rappresentatività delle maggioranze?</span><br /><span style="font-size:130%;">Qual'è lo spazio che delle minoranze antidemocratiche devono trovare all'interno della democrazia? </span><br /><span style="font-size:130%;">E la democrazia deve offrire a queste istanze spazi di espressione?</span><br /><span style="font-size:130%;">Quanto è il diritto di questi eventuali gruppi a trovare e richiedere spazi di movimento nella democrazia?</span><br /><span style="font-size:130%;"></span><br /><span style="font-size:130%;">La verità temo che sia che per tutelare noi stessi, per sopravvivere, come stato o come persone, per autoconservarci , dobbiamo cercare ogni giorno compromessi. Con gli altri, con le cose che degli altri non ci piacciono, con la burocrazia. Con lo Stato. Ma soprattutto con noi stessi.</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-72234282695352763002010-03-09T08:54:00.000-08:002010-03-09T11:05:02.274-08:00pagelle di bardonecchia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHZ4mJZASA6MPF4lEvJD4KXyhNtkhPsFK-mPN1T2wYt_ZuGM3CN9IUJ28V6oXDCegH_1yR3PahdiVeiu4gyu5sNb_uzPrJB6D8JNPIZDOqK74RQ4-mIxPQLifKN7lNH2BkGQ2ekcsFIIo/s1600-h/27032_344669441591_579721591_3696911_5981015_n%5B1%5D.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 320px; FLOAT: right; HEIGHT: 240px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5446712126560453058" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHZ4mJZASA6MPF4lEvJD4KXyhNtkhPsFK-mPN1T2wYt_ZuGM3CN9IUJ28V6oXDCegH_1yR3PahdiVeiu4gyu5sNb_uzPrJB6D8JNPIZDOqK74RQ4-mIxPQLifKN7lNH2BkGQ2ekcsFIIo/s320/27032_344669441591_579721591_3696911_5981015_n%5B1%5D.jpg" /></a><br /><div><span style="font-size:180%;color:#ff99ff;">Chiara 7</span><br />La sottoscritta oservatrice si è persa la fase precedente all'averla trovata già esondante il troppo alcool, ma già solo il gesto, onorevole e valoroso, le fa vincere la sufficienza. La lamentela continua, diurna e notturna, fa scendere la valutazione, ricordandoci il Ronaldo dei tempi migliori, sulla carta un vincente, ma sempre con qualcosa che non andava. Dopo averci abituati a prestazioni fantasmagoriche, impavida e vincente dinnanzi ai tomi di diritto privato e commerciale, vederle comparire il terrore negli occhi di fronte ad una pista ha deluso i tifosi, in aspettativa. La debolezza comunque tende a scatenare l'istinto materno-protettivo del sesso femminile, soddisfando il bisogno continuo di essere utili alle amiche, quindi ha reso il gioco un po' più vivo, offrendo occasioni svariate di innalzare il livello dei discorsi e dei predicozzi. La sottoscritta e Violetta sono esonerate da questo discorso, trascinate dalle danze nel baratro delll'ignoranza. Notevole il gusto per il Barbera, un pò di fisipoterapia e sara una campionessa come nuova.<br /><span style="font-size:180%;color:#ffff00;">Diego 8.5</span><br />Il camaleonte, il libero della squadra. Tra mani alzate e amici che fanno complimenti alla sua (esistente?) fidanzata, il nostro puledro di razza più pura si districa con elegante agilità, offrendo al pubblico tutto ciò che si poteva pretendere. I lunghi momenti di stasi e osservazione attenta del gioco convulso degli altri si sono alternati, preparandogli il campo, a momenti di straordinaria follia, danze scatenate e imitazioni magistrali. Il prestigiatore delle uscite giuste al momento giusto, offre ai compagni di spogliatoio <em>assist</em> che non si possono fallire, ma il merito dei <em>goal</em> ètutto suo suo. Avrebbe da insegnare un po di quest'arte a tutti noi. Atleta pressochè perfetto sulle piste (con la nota eccellente dello stile dei pantaloni), lo è stato anche nella vita di tutti i giorni, dalla spesa all'organizzazione della giornata, fino alla ricerca di improbabili fuoripista. Immagine perfetta del suo essere adattabile e mai inopportuno è il fatto che sia riuscito a fare il sonnellino contemporaneamente con me e con Violetta.<br /><span style="color:#33ff33;"><span style="font-size:180%;">Ferdinando 9.5</span> </span><br />L'uomo del sud è il giocatore brasiliano che arriva in Italia e tutte le squadre vorrebbero: noi sappiamo giocare, ma la patria del giuoco ha visto nascere lui nel suo seno, e noi non possiamo che ammirare e usufruire di ciò che porta con se'. Ovvero sorrisi. E cipolle. Lui si che si sa divertire, e l'abbiamo notato anche dall frequenza delle alzate di mano. Il coraggio, l'ostinazione, la noncuranza e la perseveranza con i quali ha affrontato la grande sconosciuta Neve gli fanno vincere di diritto il posto in nazionale. Quando apre bocca il divertimento è assicurato. Anche perchè quando apre bocca, se non è per parlare, è per mangiare. O bere. O fumare. Il fascino della borghesia che si mischia con i divertimenti dionisiaci dei gelidi uomini del nord gli fa guadagnare una delle valutazioni più alte.<br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ffffff;">Luisa 8.5</span> </span><br />Il suo sorriso è stato il sole che temevamo di non vedere. La sua bellezza e la sua grazia nel gioco la pervadono non solo in campo ma anche negli spogliatoi: calzettoni e pantaloni della tuta le stanno meglio che a me un vestito di Armani. La classe non è acqua, del resto. Però non è nemmeno minestrone, dai. E' vino. Bianco, per la precisone, raffinato e frizzante. Prendendosi carico degli infortunei degli altri, dimostra il suo attaccamento indispensabile alla squadra, la quale le è grata più che a chiunque, ma la fanno di tanto in tanto eclissare nei suoi pensieri. Il <em>savoir faire</em> e la capacità di spiccare la denotano anche sulle piste: i fuoripista sono affronatati con la determinazione di chi crede in se stessa e di chi sa di essere circondata da perosne che credono in lei. L'abbinamento <em>snow blade</em>-racchette è il tocco di stile di chi non sbaglia mai un colpo e della donna che non deve chiedere mai. Nemmeno il posto nel lettone, che anche il più integerrimo maschilista le concede senza batter ciglio, abbagliato dalla sua luce.<br /><span style="font-size:180%;color:#66cccc;">Marco 8,5</span><br />L'attaccante, la punta di sfondamento. I coniglietti della duracell gli fanno 'na pippa, l'esuberanza che non ha fine, il giocatore che corre ovunque ci sia il pallone, per non perdersi mai nemmeno un'azione della partita. Si è dimostrato polivalente al di là delle aspettative, buono in ogni ruolo: sciatore, costituzionalista, autista, ballerino, uomo di casa, giornalista da rassegna stampa, cuoco, bevitore, e gestore dei postumi. Solo non proprio giocatore di <em>tabù</em>, ha suscitato l'ira dei suoi alleati illusi, chè avrebbero perso lo stesso. I tratti angelici di un viso etereo ingannano l'avversario, in modo da dargli la tranquillità per addormentarsi, e coglierlo vulnerabile nel momento del risveglio. Allora con il ghigno della iena intona la sua canzoncina, attacco oculato e letale che spiazza ogni difesa. Poliedrico fino in fondo, l'intellettuale di sinistra sfodera una passione per la peggio tamarria <em>hard core</em> e per i peggio cantautori italiani che nemmeno mia zia zitella. Ma il suo ruolo è stato imprescindibile e irrinunciabile. Come imprescindibile e irrinunciabile era che si sottoponesse alla doccia, nonostante la resistenza iniziale. Ma a noi si sa, la Resistenza ci piace.<br /><span style="font-size:180%;color:#9999ff;">Valeria 9 </span><br />Il meraviglioso viso del divertimento, l'energia pura. Unica fornitrice di metodi di divertimento alternativi e di <em>tette</em>, ha ormai fidelizzato il suo pubblico, che non può più fare a meno della sua presenza in campo, costante e sempre energica, importante perchè sempre adatta al momento e al contesto. Offre sempre ai tifosi lo spettacolo di una partita perfetta, fatta di confidenze e risate mozzafiato, discorsi seri e cazzate monumentali. Il rischio di imparzialità della sottoscritta non mi fa comunque risparmiare di definirla giocatrice brillante e intelligente: è raro che anche con impulsivi di colpi di testa non centri la rete, per portare tutti in vantaggio. Sa trasformare ogni gesto assurdo in uno spettacolo che nessuno, trascinato, riesce a rimproverargli. E mi riferisco al suo passato da tamarra sfasciona spaccona da discoteca. Nonostante il maggior entusiasmo e l piu dolce affetto li riservi solo alla vista dei cani, non nega a nessuno consulenze psicologiche di grande valore e competenza. La poca fiducia nella sottoscritta, nel fatto che la avrebbe portata solo in piste che è in grado di fare, l'ha convinta comunque a sfidare i suoi limiti, rendendola in due soli giorni una sciatrice da scudetto, non ancora da <em>champions</em>. Nota di demerito (e avvertenza per altre eventuali squadre interessate all'acquisto): per farla alzare bisogna farle credere che sono le 11. In ogni caso, anche se è mezzogiorno. E non rivelarle la realtività del tempo prima di averle dato un caffè e una sigaretta.<br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ffff66;">Valeria 8</span> </span><br />Giocatore di fascia, fa le prudenti raccomandazioni al suo autista sotto la neve, alla sua allieva sciatrice, raccoglie le code del gruppo con una pazienza e una costanza invidiabili, dati da anni di esperienza in famiglia. Ottimo giocatore sulle piste, ha però continuativamente esagerato con l'esposizione vanitosa e orgogliosa della sua decennale esperienza sciistica, sino ad annoiarsi da sola. L'apparente posatezza razionale, responsabile e diplomatica, viene sempre meno di fronte al vino rosso, al buon cibo, e ai <em>plumcake</em> Mulino Bianco, e alla compagnia giusta, ai quali proprio non sa resistere. E allora in modo esagerato e grottesco spesso, si lascia andare ad entusiasmei danzerini,canterini,parlantini. Per finire sempre con l'uomo del sud a riempirsi il bicchiere a vicenda e ad ostentare il giorno dopo occhiaie degne del miglior Dario Argento. Nel contesto squadra si crogiola sempre con gli occhi che brillano e il cuore pieno di gioia, per ingozzarsi il più possibile di ogni momento in cui si è insieme e fare discorsi di qualsiasi tipo con chinque. E per alzare la mano. E' il giocatore che ad ogni conferenza stampa dichiara che non abbandonerà mai la <em>maglia</em>. La maglia, perchè il reggiseno lo divide con Ferdi. Pessima nella scelta dei vagoni del treno.<br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff9966;">Violetta 9.5</span> </span><br />La padrona perfetta della casa perfetta, non solo ha fornito consulenze straordinarie sul poco orientamento della squadra, ma non si rende mai ansiosa nè pesante nei confronti della preservazione della propria dimora :una volta tolte le scarpe casa sua è casa tua. Oltre al grande atto di fiducia del lasciare noi vandali liberi di pascolare nella luminosa entrata, ha dimostrato le capacità di un'amicizia mai invadente, ma sempre presente in modo discreto e adeguato. Amicizia fatta di esperienze e sensazioni condivise, di cui si puo parlare con naturalezza. Ultimo glorioso acquisto del <em>team, </em>non solo non ha deluso chi su di lei ha investito, ma, bruciando le tappe, è diventata un pilastro del centrocampo, il membro che non ti dimentichi mai quando devi elencare la formazione. Spiazzando tutti ha dimostrato di sapersi divertire in modo sfrenato (non solo alzando le mani in momenti inaspettati e proponendo giochi quantomeno equivoci), fatto non intuibile ne' sospettabile, data la sua abituale compostezza e il suo fascino carico di femminilità. Insomma, la sorpresa nel vederla urlare <em>domani smetto</em> è stata la conferma finale di averle firmato il contratto giusto, per un rapporto destinato a durare nel tempo.</div>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-74507640761792523892010-02-20T08:45:00.000-08:002010-02-28T07:27:11.367-08:00quando torna il parcheggio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsWJBCed-uOleeCTTR5NhFjQa6dCNwwz0IAK0MaCtV6UFMRevBeyfT42yOjpGaW0V633RKRKa97otkvhxp9Yf3d0tuDOdHYkR6cW0FHF3sNlABtlGtI6tc9nkPE3yMvC_ByqtbJthf-cQ/s1600-h/borghetto.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 213px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5443315988832778034" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsWJBCed-uOleeCTTR5NhFjQa6dCNwwz0IAK0MaCtV6UFMRevBeyfT42yOjpGaW0V633RKRKa97otkvhxp9Yf3d0tuDOdHYkR6cW0FHF3sNlABtlGtI6tc9nkPE3yMvC_ByqtbJthf-cQ/s320/borghetto.jpg" /></a><br /><div><span style="color:#33cc00;">E' una vita che mi dico che devo un pezzo al carnevale. <em>Glielo devo</em>. Ma non sono mai stata in grado di scriverlo..ne ho scritti molti, diversi, li ho uniti, li ho riseparati. </span><br /><span style="color:#33cc00;">L<em>abor limae</em>.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Ma alla fine nel rileggerli era sempre come se non ci fosse tutto, sempre come se fissare delle emozioni <em>in itinere</em> facesse perdere loro sostanza, come se fosse un obiettivo talmente utopico da lasciare una sporca traccia di pennello laddove credevi di aver dipinto un capolavoro. </span><br /><span style="color:#33cc00;">E poi ho capito che miravo troppo in alto, tentando di predere il carnevale come una entità astratta, superiore, sufficiente a se stessa e descriverla,<em> parlarci. N</em>on ne sono capace, è troppo per me. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Abbassabndo il tiro, mi sono guardata intorno e dentro, un martedì qualunque, in un vicolo qualunque, con un qualunque bicchiere di vin brulè, insieme a due amici qualunque, con dolori e arance ovunque. Ho visto quella me che diceva loro che gli voglio un bene che va oltre l'immaginabile. Almeno per me stessa. Va oltre cio di cui credevo di essere capace, diciamo. </span><br /><span style="color:#33cc00;">E mi è venuto da piangere. E tra quelle lacrime, stupide, che mentre tornavo in mezzo all'onda <em>rossoverde</em> potevano essere scambiate per succo di arancia che brucia gli occhi fino a non farti vedere piu nulla...ho capito. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Ho capito che il carnveale è fatto di persone, senza le quali non esisterebbe, a partire dal popolo in rivolta di due secoli fa, fino al popolo in delirio di oggi. E ho capito che tutto ciò che posso permettermi di fare -che sono in grado di fare- è parlare con queste persone. Di emozioni che capiscono, che condividono. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Di bicchieri che si condividono e di follie che si capiscono.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Di eccezioni che ci si regala perchè ci si capisce, perchè se si sovverte in noi stessi ciò che di solito è normale a carnevale ci si rende normali.perchè essere folli è l'unico modo di essere come gli altri,e di essere se stessi. Del fatto che <em>noi</em> siamo il popolo in rivolta, del fatto che stiamo facendo la nostra piccola, inutile, rivoluzione, per ricordarne un'altra fatta sempre da persone, anche se non come <em>noi</em>, anche se migliori di <em>noi</em>.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Vorrei ringraziarvi ad uno ad uno, amici, ma non posso, e non voglio scadere nel banale, anche se c'è il rischio che io lo abbia gia fatto.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Vi ringrazio perchè ogni anno, quando rientro in Borghetto, mi sembra di tornare a casa.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Quegli abiti strani, che si mettono una volta l'anno per tre giorni su 365, quell'odore forte che pervade tutto e tutti: le piazze, il bagno di casa, i capelli. Quelle orde di sconosciuti con le facce viola e i nasi sangunanti, i campanelli e le sensazioni aspre del vin brulè. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Queste cose sono ciò che di più famigliare mi possa accogliere. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè lì mi sento al mio posto. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè sento che questo è ciò che farei se fossi completamente libera di scegliere qualunque cosa della mia vita. Questi gli abiti che sceglierei, queste le persone, questi i gesti, e gli odori. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè quei movimenti assurdi, dallo slancio delle braccia e delle spalle alla camminata mai stabile, mai frontale, mai comoda, che mi fa uscire fuori asse il ginocchio ad ogni passo, sono movimenti che non si fanno mai, e il giorno dopo ti fanno annegare nelll'acido lattico, ma che ritrovo sempre e comunque nel bagaglio del mio istinto.Vi ringrazio perchè sceglierei forse anche il freddo, da cui ci si nasconde tutto l'anno, ma che fa parte del gioco, e te ne puoi lamentare, ma lo puoi ignorare.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Vi ringrazio, perchè a carnevale posso essere il contrario di quello che sono tutto l'anno, ed è questo contrario che mi fa stare bene. Vi ringrazio per l'alcool, mai troppo, mai troppo poco, che scioglie la parlantina, che ci avvicina. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Vi ringrazio per le risate che lasciano senza fiato, che ti rendono difficile riprendere fiato, tanto che non ne puoi più. Tanto che le cazzate stanno una dietro l'altra per non dare tregua, per non darti il tempo di riaccendere la razionalità e lasciarti pensare che sembrava ieri che pensavi a quanto vestirti per non avere freddo, <em>domani sera</em>, alla sfilata, e oggi è già martedì sera. E che tutto sta per sparire, come trascinato via dal vuoto d'aria che l'ultimo carro crea allontanandosi dal borghetto, risucchiato dall'energia, l'ultima, dell'ultimo arancere che si toglie la maschera, perchè è <em>finito.</em><br /></span><br /><span style="color:#33cc00;">Le risate per non farti ascoltare all'infinito quel tuchino che per incitare i suoi avversari gli urla <em>"tira tira,che domani sei a lavorare"</em>.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Ringrazio perchè questo mio modo di vivere, e descrivere il Carnevale, è eccessivo, e patetico, e romantico alla nausea, e interiorizzato troppo, <em>troppo</em>, ma non posso fare a meno che sia così. E anzi, a rileggerlo, non mi sembra nemmeno mai abbastanza. </span><br /><span style="color:#33cc00;">E' che mi viene troppo facile guardare oltre i lividi, le casacche, le iscrizioni, gli striscioni, i cori, la sede. E mi accade perchè se tutto l'anno sono un'individualista, a Carnevale tutto ciò mi fa sentire parte di qualcosa di superiore. C'è un senso di appartenenza che non è fede, che non è tifo, che non è amicizia, che non è solidarietà. <em>Non solo</em>. Dev'essere quel senso di unione che si crea tra carcerati, tra delinquenti; lo stare li tutti insieme lì, a convertire le regole, a rischiare qualcosa, sapendo che la realtà è poi tutta un'altra, che la normalità della maggioranza sta altrove. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Ma che per ora, per te, è giusto così.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Ringrazio perchè a carnevale il mio mondo è tutto rosso e verde, e tutto sa di arance.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">E io sto bene così. Perchè mercoledì a pranzo mi sarei rimessa la casacca per tornare in piazza, come se quello fosse il mio dovere e la mia vocazione, il mio lavoro e la mia necessità. Vi ringrazio perchè voi che siete i miei amici, a carnevale mi sembrate ancora piu amici, il divertimento è ancora piu divertimento, l'assurdo è ancora piu assurdamente bello.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Ma dura tre giorni.</span><br /><br /><span style="color:#33cc00;">Un amico mi ha detto che il carnevale è attesa, e forse si, è vero, perchè se durasse di più non sarebbe bello così, perchè se durasse di più non inizierei due mesi prima dei fatidici tre giorni a tirare fuori la casacca, a mettere da parte la busta coi soldi per l'iscrizione, che non vanno toccati, a curarmi malattie che temo mi verranno, a partecipare a cene. A bere birre e zuccherini con perfetti sconosciuti, in uno scantinato col soffitto troppo basso, solo perchè so che per tre giorni, <em>prossimamente,</em> saremo tutti insieme, tutti uguali, come ora siamo tali respiarndo quell'aria di attesa, che ancora non sa di nulla, ma che è bella più che mai. Nasi tesi verso l'alto, cercano nei <em>colori</em> delle foto appese alle pareti l'<em>odore</em> delle arance, che ancora non c'è. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Cercando in quello che è ora, <em>e sempre</em>, solo un parcheggio, le voci di una terra da difendere. Sensi immaginari si mischiano, nell'attesa, amalgamati dal contributo dell'immaginazione di tutti, nel trepidare silenzioso che serpeggia in centro a Ivrea, il sabato sera, alle sei.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè se non ci fosse da aspettarlo tanto non sarei, dopo Carnevale, in giro per la mia città, a cercare disperatamente l'immagine amara di un'arancia che sta a marcire per terra, dove c'era una rete, e a cercare nell'odore di fumo, e di pioggia, e di catrame, l'ultima venatura di un aroma arancione, fredda e dolorosa, che sappia di sangue e vin brulè, colorata di verde e rosso. E che non c'è più.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Se durasse di più non ci sarebbe tutto questo. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè quando passa carnevale per me è l'inizio della primavera, l'inverno non ha più senso di esistere, e perchè i conti alla rovescia si ricominciano a tenere dalla fine di quealcosa, e lo scarlo è la fine dell'inverno, è l'inizio dell'attesa per l'anno prossimo. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Ma non mi sento comunque di dire che non sarebbe bello lo stesso. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Perchè quando torna il parcheggio, in borghetto, beh, quello non è piu il <em>Borghetto</em>. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Uno degli amici del vicolo, guardando quel posto, un venerdì dopo Carnevale, mi ha detto che sembra "più grande e più piccolo", ora che è tornato il parcheggio, e che quando ci passa, raramente, respira un po' delle sensazioni del carnevale, anche se sono solo create dalla sua mente. </span><br /><span style="color:#33cc00;">Beh per me non è così. Per me quando tornano il parcheggio, e la strada, che prendono il posto delle reti e dei carri, quello è un altro posto. Il gradino su cui si prende fiato insieme durante la battaglia è li, c'è, mi guarda, ma non è lo stesso, come non mi sembra mai lo stesso il ramo rinsecchito che sbuca dalla terra grigia a dicembre rispetto al gambo verde e pieno di foglie verdi e rose rosse che diventa a maggio. <em>Grigio, verde</em><em> e rosso</em>.</span><br /><span style="color:#33cc00;">Vi ringrazio di tutto questo. E anche se di sicuro ci sono sensazioni, citazioni, colori, musiche, persone, che ho dimenticato davvero di citare, o che ho finto di tralasciare, so che non è grave, perchè i miei interlocutori mi capiscono, sanno di cosa parlo. </span><br /><span style="color:#33cc00;">E come l'odore di una spremuta bevuta a giugno, o le note di un motivo stupido, offrono lo spunto alle menti innamorate del Carnevale e dei suoi protagonisti, <em>delle sue persone</em>, per partire, e viaggiare, e sorridere in silenzio al solo suono di un pensiero, beh, spero che questo mio grazie vi porti da me. E non dalla me di adesso, ma da quella in casacca verde, che sta seduta sul gradino lì, dove ora è tornato il parcheggio.</span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"></span><br /><span style="color:#33cc00;"><span style="font-size:85%;">Ora siete tutti liberi di andare, e farvi una spremuta. Io lo farò, ne ho bisogno</span>.</span></div>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-37818025280932025652010-01-06T03:49:00.000-08:002010-01-06T04:09:13.280-08:00inizia a correre<span style="color:#9999ff;">Un giorno un uomo saggio mi mise di fronte al quadro generale. E mi spiegò che ci vuole qualcuno che ti ci metta di peso, davanti al quadro generale, quasi mai siamo in grado, autonomamente, di vederlo, e <em>comprenderlo</em>. Il più delle volte, soggiunse, non ci si <em>vuole</em> soffermare davanti al quadro generale.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Si ha paura che il quadro generale offra soluzioni. E le soluzioni sono il più delle volte semplici, banali, palesi. Sono case disegnate da bambini. <em>Quadrato. Triangolo</em>.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Quando non si è in grado di vedere le soluzioni è solo perchè non si è ancora stati in grado di riconoscere i problemi.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Quando non si vuole contemplare la <em>necessaria</em> perfezione del quadro generale è perchè questo offrirebbe soluzioni, e chi non ha ancora ammesso a se stesso l'esistenza e l'<em>essenza</em> dei problemi, non è pronto per le soluzioni.</span><br /><em><span style="color:#9999ff;">Nella mia mente ci sono molte più soluzioni, che problemi. E questo è un problema.</span></em><br /><span style="color:#9999ff;">Finchè pensi alla fitta alla milza, alle scarpe scomode, al freddo che ti taglia la faccia, le orecchie, che ti prosciuga la gola, alle ginocchia che ti si slogano affondando nella neve come in sabbie mobili..finchè pensi a tutto ciò come a possibili conseguenze dell'affrontare un problema, è perchè non stai vedendo il problema. </span><br /><span style="color:#9999ff;">Finchè pensi all'affanno di una <em>eventuale</em> fuga, non ne vedi l'imprescindibilità. </span><br /><span style="color:#9999ff;">Il problema comunque crescerà, e si avvicinerà, anche laddove tu non lo veda, o non accetti di averlo visto, o<em> fai finta di niente. </em>Non aspetta che tu corra, per correre.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Finchè vorrai pensare che quel fiato caldo che ti senti sul collo sia l'arrivo della primavera, non ne avrai paura. L'arrivo della primavera non è un problema, non cercherai soluzioni.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Solo quando ti accorgerai, e accetterai, di essere inseguito, inizierai a scappare. Solo allora inizierai a correre. <em>Solo allora.</em></span><br /><span style="color:#9999ff;">E presumibilmente non sarà troppo tardi.</span><br /><span style="color:#9999ff;">Mi disse un giorno un uomo saggio. </span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-42602767823572949802009-12-03T02:08:00.000-08:002009-12-03T03:30:42.252-08:00l'ironia e la saponetta<span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Qualcuno sarà memore dell'incastratura della mia schiena in versione spagnola. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">La versione spagnola contempla tra le altre cose il fatto che la sangrìa facesse passare tutto, compreso il dolore fisico, compreso il dolore fisico correlato alla spiaggia di notte, che comprende, a sua volta, sabbia (ergonomica si, ma tanto dolore), umidità, e freddo, dovuto al fatto che il male alla schiena non era dovuto al fatto che mi fossi portata in giro il mio adorato zainone. Insomma,ero senza felpe, cazzo. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Comunque. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Al momento la fortunata sottoscritta si trova a letto, nella ridente residenza lavorativa di via Ascanio Sobrero, impossibilitata a muovere un qualsivoglia muscolo perchè qualunque iniziativa motoria si risolve in due <em>serramanico</em> che <em>clic</em>, si aprono e le si piantano nelle <em>fossette di Venere</em>, e anche un pò più su.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">La parte carina è che ogni volta mi lamento, esce un gemito tipo <em>gattinochiusoincantinadatregiornichestamorendodisete</em> che però nessuno può sentire, che perciò non mi fa cogliere l'utitlità dell'istinto primordiale della richiesta di aiuto senza intenzione sotto forma di versi come risposta al dolore.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Ma in ogni caso, anche se riderci su non mi viene molto facile, ho ritenuto degno di nota l'episodio <em>clou</em> di questa storia. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">(un ringraziamento ai miei coinquilini i quali con le risate incontenibili di quando gliene ho parlato mi hanno fatto riflettere sull'ironia della sorte di questa cosa.)</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Ora, pensate a questo abbinamento di fattori, fatevene un'immagine.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Concentràti:</span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;"><em>mal di schiena, doccia, colpo della strega, persona </em>(neutra, va' bene di qualunque sesso) <em>piegata a novanta gradi, senza la possibilità di muoversi, </em>ripeto<em> doccia </em>e</span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">....rullo di tamburi...</span><br /><em><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">saponetta.</span></em><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Già. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">La cosa si è svolta in questi termini. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Valeria torna da un'odissea automobilistica per le strade di Torino, tra traffico, infrazioni che se non fai anche tu la gente ti fa dito perchè ovviamente ti metti tra loro e il loro orgoglio italiano per aver trovato un modo truffaldino per fare più in fretta, una macchina non tua con una firzione che dopo aver schiacciato col piede devi anche risollevare da sotto perchè si incastra, e parcheggi a pagamento che costano più che comprarti un garage al giorno.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Valeria sale in casa, e già la schiena non sta bene, ma quel fastidio al basso dorso sopportabile è così da due settimane percui sti cazzi, <em>non farci caso e non esiste.</em> Come la crisi economica.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Il tutto correlato ad un modesto male al ginocchio, sul quale la suddetta frizione non ha avuto un buon effetto. Ma anche qua il metodo <em>affrontalocomelacrisieconomica</em> potrebbe funzionare.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Al che mi reco in camera, mi spoglio, senza eccessive difficoltà, entro in bagno, lamentandomi con i miei coinquilini del fastidio alla schiena. Tizio e Caio. Tizio e Caio stanno guardando una puntata di Flash Forward e si stanno al loro volta lamentando di Sempronia la quale traduce simultaneamente dal giapponese ciò che la tv risolve coi sottotoli. Allora Sempronia, oggetto di insulti e gentili inviti a tacere di ogni forma e colore si volta verso di me e mi suggerisce<em> -mettiti sotto l'acqua calda calda, avrai preso un colpo di freddo e il calore scioglie bene i muscoli, se sono tesi. </em>Si dai, credo che abbia senso.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Ma la scena tragicomica sta per consumarsi.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">La successione degli eventi è stata questa:</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">-apro l'acqua, aspetto che la temperatura sia quella perfetta ed entro</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">-(immensa sensazione di piacere, che meraviglia, la doccia)- non credo si possa qualificare come evento, da qui la parentesi</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">-mi inclino leggermente in avanti in modo che l'acqua mi batta proprio su quella zona della schiena che già sta rischiando di prendere fuoco da sola</span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;">-dopo dieci minuti di puro godimento dei sensi, dato cher mi stavo per addormentare, cullata dolcemente dal calore e dal massaggio dell'acqua decido<em> </em>che<em> è ora di iniziare a lavarmi</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;">-ERRORE (col senno di poi), è lì che ho sbagliato tutto (il commento fuori campo dice <em>Eh no! Eh no! E' lì che sbagli!!</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">-mi piego per raccogliere la saponetta, per terra</span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;">-<em>coltello, coltello, coltello, coltello.</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Valeria non si riesce più a muovere. Cazzo. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Dolore puro, era da un pò che non ne sentivo, di dolore del genere. Da piangere. </span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;">Però intanto il pubblico di sottofondo delle fiction americane (che è sempre composto delle stesse trenta persone, per ogni telefilm) applaude e ride di gusto, per notificare ai telespettatori che <em>ehi, questo fa ridere, dovete ridere!</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Insomma, mi trovo nella doccia, piegata a novanta, per aver voluto raccogliere una saponetta, dopo aver cacciato un urlo di dolore, e non mi posso muovere.</span><br /><em><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Applausi.</span></em><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">E' straordinario. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Cioè è una di quelle occasioni in cui ti chiedi se davvero possa succedere qualcosa di simile. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Ironia autorealizzantisi. La scena perfetta.. Come vedere qualcuno che scivola su una buccia di banana. O come le scene in cui uno lancia del cibo a mensa a scuola al suo compagno,lui si sposta e il cibo colpisce il prof. O come la scena del lenzuolo <em>di Trainspotting.O</em> come una ragazzina di 45chili che vuole giocare a rugby e dopo trenta secondi della prima (e ultima) partita della sua vita si sfascia un'articolazione.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">E' straordinario.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Le fasi successive hanno visto la sottoscritta restare ferma immobile in quella posizione per dieci minuti, per poi riuscire pianerrimo ad alzarsi, uscire, asciugarsi e andare a morire sdraiata sul letto, spiaggiata come una balena che abbia fatto indigestione di burattini, al punto di diventare di legno. Situazione nella quale si trova tutt'ora, tra Aulin e mille cose da fare che però dovranno aspettare almeno altri due Aulin. E tra mille cuscini posizionati al millimetro per limitare il dolore il più possibile, tipo un <em>domino </em>che se ne sposti uno questo sfiorerà un punto della schiena che non deve e le vertebre, cadendo l'una sull'altra, formeranno un disegno nuovo.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Il fatto di aver provato a spiegare il mio problema con gli occhi lucidi di lacrime dal male ai miei coinquilini e averli visti spaccarsi dal ridere fino alle lacrime credo mi sia venuto incontro, comunque. Ho riso. </span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9966;">(N.B. ridere fa malissimo<em>. Ah ah ah ah!-clic- coltello, coltello.)</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">L'ironia della sorte è qualcosa di straordinario. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Forse era Pirandello che ci diceva che ciò che fa ridere è il <em>grottesco</em>, è ciò che esagera, storpia il reale, è una fotografia fatta con <em>grandangolo</em> alla vita di tutti i giorni, rendendola tanto brutta da farci ridere. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Beh, la mia schiena non ne ha avuto bisogno.. Qualcuno ha inventato e descritto come divertente questo <em>sketch </em>molte volte prima di me, ma perchè continui a funzionare, continui a far ridere, ci deve essere qualche stronza come me che gli faccia mantenere contatto con la realtà. Che lo mantenga attuale e vivo. Eccomi, sono lo strumento della comicità, oggi.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Senza prendere il primo Aulin di stamattina non sarei nemmeno riuscita ad alzarmi per prendere il portatile e scrivere questa divertente storiella. Per descrivere quanto questa realtà non abbia bisogno di essere esagerata o storpiata per far ridere. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;">Quindi per favore, ridete un pò di me anche voi, così questo Aulin sarà servito a qualcosa..!</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;"></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9966;"></span><br /><span style="color:#ff9966;">Si ringraziano per la collaborazione la frizione, lo shopping, il tentativo di massaggio risolutivo di Mauri,l l'acqua calda e chi l'ha consigliata, il sedile poco comodo, le sedie delle aule di Palazzo Nuovo, i miei piedi piatti, le saponette mai sul posrtasaponette ma sempre per terra,la mia borsa sempre pesantissima di libri,i tram in cui si sta in piedi, il nuoto che non ho mai praticato,i miei genitori che mi hanno fatta con la lordosi, i colpi di freddo, quindi il freddo, le cannottiere che costano troppo e chiunque o qulunque cosa io mi sia scordata e si senta legittimamente possibile concausa dei miei patimenti.</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-48992518184714938022009-12-01T14:37:00.000-08:002009-12-01T14:39:26.114-08:00<span style="font-size:180%;color:#99ffff;">Anche un orologio rotto segna l'ora giusta, due volte al giorno.</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-45627790224862147622009-12-01T07:36:00.000-08:002009-12-01T10:18:55.294-08:00le foto e la fisarmonicacazzeggio.<br /><br />Le giornate di sole in inverno sono stupende, soprattutto quando va' giù la luce, verso queste ore.<br /><br />Ho guardato delle foto su facebook. Diabolico strumento quello, e immensamente stupido, usa te stesso, i tuoi sentimenti, i tuoi ricordi, i tuoi nomi, senza aggiungere nulla, per farti credere di provare qualcosa di nuovo. Tenta di dare ordine alla realtà che ti circonda per preordinare anche le tue emozioni. Stupido strumento.<br /><br />Fuori in strada suona una fisarmonica.<br />Passa quasi tutte le sere e sempre la stessa melodia entra dalla finestra. Sempre la stessa. Ha un suo ritmo, ma è triste, è malinconica. Mi fa venire in mente un vecchio con addosso vestiti pesanti e sporchi e scuri che cammina lentamente cercando la donna che ha sempre amato in una città in cui sia sicuro di non trovarla. In un mondo in cui lui sa che lei non c'è.<br />In un tempo in cui sa che non può esistere. Il ritmo di quella camminata è il ritmo di questo tempo.. è un <em>valzer</em> direi. La sta cercando davvero forte però. Chissà se ci crede.<br />E' la malinconia, la nostalgia, l'amaro e il sogno. E la bellezza di queste cose, sono le note di questa fisarmonica.<br /><br />E intanto guardo delle foto.<br />Ho sempre avuto dei problemi con le foto, fanno davvero male alla mia psiche contorta, la deviano, la ammalano, la mettono su un aereo con un biglietto senza destinazioni. Affascinante, pericoloso e estremamente malinconico e triste.<br /><br />Ci sono due persone che sorridono, vicine. Hanno occhi grandi, e credo si àmino. Cioè, credo che loro lo cerdano, quindi non vedo perchè non dovrei crederci pure io. E' quanto questa foto mi mostra. Quel momento.. quel momento è esistito davvero, per un attimo, quegli sguardi sono stati veri, si potevano toccare, quegli sguardi.<br /><br />Eccomi, rotolo giù per le scale del mio cervello.<br /><br />Sono esistiti quei colori, ma nessuno ha fatto caso all'istante in cui la foto è stata scattata probabilmente. Un dito da premere su un tasto, una posizione da mantenere.<br />Fermi. Ok, via, fatto.<br /><br />E quel momento a cui non ha fatto caso nessuno, ora sta qua, e mi guarda. Le foto immobilizzano il tempo, e di quel momento resta la fotografia. Come se quel momento fosse sempre solo stato fotografia. Fermo un attimo...Ok, fermo per sempre.<br /><br />I colori sono belli, gli occhi sono chiari- i colori sono vivi. Credo fosse un tramonto.<br /><br />Le fotografie mi fanno sempre impressione. Non sono capace di guardare le fotografie. Ci vedo troppo, le sopravvaluto. Non le vedo solo per quello che sono, e cerco di dargli realtà.<br /><br />Guardare fotografie con questa musica di sottofondo, d'inverno, il primo di dicembre, al tramonto, è quanto di più patetico si possa fare. A parte lo scrivere un post a riguardo, che supera proprio se stesso.<br />E va behscarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-57219349850089542009-11-23T09:03:00.000-08:002009-11-23T09:06:25.879-08:00quando valeria scopre che il testo più lungo della storia le piace da morire<span class="testo">1 per il sesso 2 per la cicogna<br />3 per il ruscello 4 per la fogna<br />io sono l'MC il cerimoniere<br />sono la metresse<br />sono il pasticcere<br />giova a me jova a te jova a tutti quelli che<br />ci vogliono stare dentro<br />alla periferia di nessun centro<br />sono a metà strada nella selva oscura<br />1 per la tecnica, 2 per la natura<br />cerco il mio virgilio <br />morto di overdose<br />cerco la beatrice ma oggi ha le sue cose<br />cica cica bum ho una cicatrice<br />sembra un tatuaggio sai che cosa dice<br />fin qui tutto bene quindi procediamo<br />1 per il pesce, 2 per l'amo<br />sono il pescatore a mia volta pescato<br />sono il peccatore e sono il peccato<br />chi inventò il dubbio che gli spaccò il culo<br />si sta così bene quando si é al sicuro <br />faccia sotto al sole verità in tasca<br />come un pesce d'allevamento dentro una vasca<br />crescere é un problema disse il bonsai<br />il baobab rispose accontentati di quello che hai<br />chissà perché rispose il piccoletto<br />sono sempre i grandi a fare il pistolotto<br />uno per il baobab due per il bonsai <br />tre per chi sempre quattro per chi mai<br />jova a me jova a te giova a tutti quelli che<br />ci voglion stare dentro<br />cica cica bum altra cicatrice <br />sembra un tatuaggio sai che cosa dice<br />fin qui tutto bene quindi andiamo avanti<br />uno per chi pochi due per chi tanti<br />date al diavolo un bimbo per cena uno due tre ragazzini<br />date al diavolo un bimbo per cena dieci cento mille bambini<br />luce stroboscopica lampada di wood<br />verbi irregolari understand understood<br />danze figurate marce militari<br />uno per la polvere due per gli altari<br />io sono una piazza io sono una strada<br />io sono il cavallo io sono la biada<br />io sono nessuno tranne per qualcuno<br />e traun pasto e l'altro, per protesta digiuno<br />onda dopo onda cambio il mio contorno <br />io sono la pizza io sono il forno<br />troppa pastasciutta mi può strangolare <br />troppa informazione mi fa sragionare<br />troppa libertà mi ha fatto inceppare<br />troppa verità mi ha fatto impazzire<br />io sono clark kent, sono superman<br />ho i superpoteri quanto parte la jam<br />il mondo é la mia casa il cielo é il mio tetto<br />ho perso le chiavi sto qui fuori e aspetto<br />guardo dentro al buco pezzi di nirvana<br />fuggo da un eterno finesettimana<br />uno per lo yoga due per la scintilla<br />tre per l'antibiotico quattro per la villa <br />giova a me jova a te giova a tutti quelli che<br />credo in un solo dio madre onnipotente<br />creatore di chi crede e di chi non é credente<br />uno per l'oriente due per l'occidente<br />tre per il messaggio quattro per il mittente <br />niente più carezze disse il bagnasciuga<br />grattami la schiena disse la tartaruga<br />ho il mio cucchiaino io per travasare il mare<br />fin qui tutto bene posso continuare<br />ho una cicatrice sembra un tatuaggio<br />sai che cosa dice avanti coraggio!!!! jova a me jova a te<br />alla periferia del centro commerciale<br />alla periferia della periferia del mondo occidentale<br />alla periferia del genere musicale<br />alla periferia del circolo polare artico <br />alla periferia del mondo celtico dell'equatore<br />del meridiano zero alla periferia del planisfero<br />alla periferia delle autostrade delle foreste delle contrade<br />alla periferia della sinistra e della destra<br />alla periferia del davanzale della mia finestra<br />alla periferia degli stati delle nazioni<br />al centro delle sensazioni e delle emozioni<br />alla periferia del vento alla periferia dell'uomo del momento<br />alla periferia dell'intervento<br />alla periferia della contemplazione<br />al centro della sensazione dell'emozione <br />datemi un catalogo di tutto ciò che esiste<br />le cose viste e quelle non viste<br />il ritmo é politico convoglia i movimenti<br />pensieri di sostegno sennò digrigno i denti<br />io sono pinocchio mi si allunga il naso<br />sono come un'anatra nuoto dentro al caso<br />e prego non perché dio esiste ma perché dio esista<br />se non vedi l'ora vai dall'oculista<br />il mondo sta cambiando in questo non é mai cambiato<br />guardami un secondo sono già invecchiato <br />plastica facciale assicurazione<br />1 per il cuore 2 per la ragione<br />sole e luna bionda e bruna<br />fila di cammelli davanti alla cruna<br />tutti in paradiso chi bene chi male<br />solo certi ricchi in paradiso fiscale<br />cica cica bum ho una cicatrice<br />sembra un tatuaggio sai che cosa dice<br />il mondo é una domanda aspetta una risposta<br />ogni luogo é un divieto di sosta <br />l'equibrio statico é un calcolo dinamico<br />eccoti un coltello cazzo non ha il manico<br />quindi stai attento che puoi farti male<br />ho una conoscenza dimmi quanto vale<br />sono un chacchierone santa inquisizione<br />giudicami eretico mettimi in prigione<br />martiri del rap vivi per miracolo<br />come un cavallo io salto l'ostacolo<br />fino a che l'ostacolo é più alto di me<br />in questo caso incolperò te<br />seni in silicone maschere di fango<br />fa una grande ombra l'albero di mango<br />sono omologato son colonizzato<br />ma se ti avvicini puoi sentire il mio fiato<br />tutta roba vera pane e companatico <br />sono calamita zero elettrostatico<br />c'era sergent pepper io stavo nascendo <br />un capolavoro sai che cosa intendo<br />un giorno nella rete io c'ho incontarto un pesce<br />subito mi ha detto tu sai come s'esce<br />gli ho risposto no forse lo sai tu<br />e ci siamo messi a guardare la TV<br />chi conosce il mare lo sa rispettare<br />molti marinai non sanno nuotare<br />chi conosce il ritmo sa che il tempo vola<br />va più veloce di una bollicina nella coca cola<br />se io fossi eletto già nel primo mese<br />fonderei il ministero delle sorprese<br />tutte positive naturalmente<br />é il tuo compleanno improvvisamente<br />son l'ambasciatore di un posto migliore<br />sono il diplomatico del rumore<br />ministro delle poste e comunciazioni<br />buono tra i cattivi cattivo tra i buoni<br />ho una cicatrice resta sempre aperta<br />come la legge di domanda e d'offerta<br />dici tutto bene non ti preoccupare<br />ma ti vedo strana e non so che fare<br />1 per il letto due per il calore<br />3 per la forchetta 4 per l'amore<br />sono fatte di lacrime l'entrata e l'uscita<br />sono innamorato questa si che é vita<br />sentirò sto pezzo nel 2039<br />settantatre anni sarò chissà dove<br />mi prenderò a schiaffi se non sarò vivo<br />1 per chi ascolta 2 per chi scrivo<br />hai sentito un chack pronti tutti in scena <br />colazione e pranzo pomeriggio e cena<br />il senso della vita forse so qual'é <br />ora non ricordo ma io so che c'è<br />sta da qualche parte forse sotto a un sasso<br />anzi se lo trovi passalo qui in basso<br />1 per il ritmo 2 per la parola<br />3 per la strada 4 per la scuola<br />5 per chi insegna 6 per chi impara<br />7 per chi gioca 8 per chi bara<br />sono a metà strada nella selva oscura<br />uno per la tecnica due per la natura<br />date al diavolo un bimbo per cena<br />la parola fiore non ha nessun odore<br />la parola ritmo non ti fa ballare<br />vivere la vita fino ad ubriacarsi<br />essere presenti fino ad annullarsi<br />la parola magica é sempre la stessa<br />sim sala bim cara principessa<br />sono un italiano buongiorno buonasera<br />giro per il mondo esporto primavera<br />1 per l'inizio due per la fine<br />4 per il vento che passa sul confine<br />stemmi di famiglia impronte digitali<br />mappe del genoma feste parrocchiali<br />lame di machete code di comete<br />cibo per chi ha fame acqua per chi ha sete<br />amico per denaro denaro per amico<br />giacche da un milione foglie di fico<br />guarda l'orizzonte sembra verticale<br />guarda la mia faccia sembra carnevale<br />sovrannaturale piatto regionale<br />1 per la pasqua 2 per il natale<br />calorie in eccesso beta carotene<br />lecca quel gelato tra un secondo viene<br />quanta vita elettrica passa in questi cavi<br />partono per marte le nostre astronavi<br />si mangia e poi si vomita nelle ville patrizie <br />chissà che vita c'è fuori dalle notizie<br />hanno ucciso il re regna la sua corte<br />1 per il calcolo 2 per la sorte<br />porte sbarrate sacchi di sabbia <br />ci sta una tigre che é scappata dalla gabbia<br />tutto prevedibile anche l'incertezza<br />1 per il pugno 2 per la carezza<br />hote motel holiday inn <br />c'é molta violenza chiusa dentro ai cuori<br />quasi come quella che ci sta di fuori<br />l'esagramma quattro muta in ventisei<br />io sono la musica io sono il deejay<br />in fondo alla notte ci sta la mattina<br />arriva fino al mare l'acqua della piscina<br />io sono la forma sono il contenuto<br />io sono la bocca io sono lo sputo<br />io sono il vinile sono la puntina<br />io sono la presa e sono la spina<br />fontana di dolore albergo d'ira (petrarca)<br />scuola d'errori senti come gira<br />sopra questo ritmo mi ci spaparanzo<br />sono una scintilla sopra al fuoco danzo<br />sono peter parker sono spider man<br />volo tra i palazzi quando parte la jam<br />sono costantino di secondo nome<br />1 per il cosa 2 per il come<br />abito in collina sulla sugarhill<br />vendono i miei dischi anche all'autogrill<br />chica cica bum ho una cicatrice<br />sembra un tatuaggio sai che cosa dice<br />oggi tutto quadra apri quella porta<br />c'è una ciliegina sopra la mia torta<br />dioniso ed apollo sono i miei cugini<br />pippo ed eta beta sono miei padrini<br />1 per la fama 2 per la classifica<br />3 per la famiglia 4 per la critica<br />e chi pensa a me dai ci penso io<br />date al diavolo un figlio di dio<br />io sono le ossa io sono la pelle<br />e torno fuori a riveder le stelle<br />io sono un etrusco sono americano<br />vado verso ovest con il cuore in mano<br />il limbo é una danza é un luogo d'innocenti<br />é il fondale per fotografare le cantanti<br />mi batte il cuore forte forte forte <br />esplode in me la vita spalanca le sue porte<br />cica cica bum ho una cicatrice<br />sembra un tatuaggio sai che cosa dice<br />hai avuto culo in quell'incidente<br />ma non é detto che ti vada bene sempre<br />uno per il suono due per il vinile<br />3 per l'invenzione 4 per lo stile<br />guarda l'orizzonte disse il capo indiano<br />questo é il mio palazzo disse il sultano<br />io sono la zingara leggo la tua mano<br />o mio cavaliere portami lontano<br />cuore della tenebra mostrami l'orrore<br />cuore della luce mostrami l'amore<br />cuore del cocomero mostrami il sapore<br />cuore del computer mostrami il mio cuore (dovere)<br />erra sia chi sbaglia che chi é vagabondo<br />ma se io non erro non so com'é il mondo<br />se ci fossi il modo pagherei un milione<br />per ogni volta che mi eviti una dicisione<br />in meditazione medito la fuga<br />tanto prima o poi vince la tartaruga<br />per guardarsi dentro servono le tac<br />donale dei fiori ma che siano di bach<br />io sono shumaker dentro l'abitacolo<br />dammi un pò di ritmo che ti do spettacolo<br />il mondo é una jungla<br />io sono il dottor livingston<br />il mondo é un computer<br />io sono negroponte<br />se il mondo é da ballare<br />io sono fred astaire<br />e io sono keith jarret<br />se il mondo é un pianoforte<br />mi sono innamorato della vita<br />guardandola attraverso gli occhi dell'amore mio<br />così rotonda e così misteriosa<br />leggera profonda bellissima e paurosa<br />per niente pittoresca ne rassicurante<br />1 per l'orecchio 2 per il cantante<br />io sono una foglia attaccata a un ramo <br />prima di cadere ti dirò ti amo.<br /></span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-25309110153147669412009-11-22T14:09:00.000-08:002009-11-22T14:19:26.832-08:00i miei amiciI miei amici sono andati in Irlanda.<div>E io no.</div><div>Direi che questo post basta a se stesso, questa frase è autopoietica quasi, si riproduce uguale a se stessa. Ovvero produce amarezza, malinconia, invidia. Quanto ti rende brutto dentro l'invidia?</div><div>Va beh. forza amici, godetevi anche per me il posto più bello del mondo. L'angolo di universo più magico è vostro.</div><div>Verrà il giorno.</div><div>Buon viaggio, buon divertimento, buon ritorno</div><div><br /></div><div>P.S. Per un po non sono riuscita a scrivere sul blog, e devo dire che mi sono piacevolmente resa conto che la cosa mi faceva sclerare! Ho bisogno di parlare con voi, ho bisogno di scrivere per voi. E questo è bene, per questo vi ringrazio.</div>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-35940244982757348462009-11-02T09:03:00.000-08:002009-11-02T09:14:27.878-08:00questo post non parla di me, ne' di teCara persona che non esiste,<br />-credo tu non esista perchè in realtà sei tutti, stai dentro ognuno- sto facendo degli errori.<br />Sto facendo degli errori e vorrei riuscire a confessarteli, tutti, anche quelli che ho già fatto e quelli che so che farò. Vorrei confessarteli perchè sarebbe l'unico modo per smettere di farli, per provare a migliorarmi, se non altro venendo messa davanti ai miei difetti.<br />L'ammissione di un problema è il primo pgrande passo, quello definitivo, ma non è senso di colpa. Non è catarsi. E' richiesta di aiuto. E' richiesta di un giudizio che ti faccia sentire da qualcun'altro -che non sia te stesso- che stai sbagliando.<br />Io già lo so. E so anche che me lo diresti anche tu.<br />Quindi forse in effetti non ho poi così bisogno di te, cara persona che non esiste. Sei un po' in chiunque, cara persona, anche in me, perciò sarebbe banale sentirti parlare.<br />Non ho bisogno di te se no ti darei un'identità, una qualunque, che sarebbe anche veritiera in ogni caso. Ti darei un nome, una faccia.<br />Ma non lo faccio, non l'ho ancora fatto, perciò non ho ancora bisogno di te.<br />Sappi solo che sto facendo degli errori.<br />Ma non esisti ancora, finchè io non voglio farti esistere. Quindi forse, finchè non sai, non esistono nemmeno i miei errori.<br />Ciao caro amico che non esisti. Grazie di non esistere.<br />A presto.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-66422261287756155782009-10-26T12:12:00.000-07:002009-10-26T13:09:33.262-07:00l'autunno, il nostro<span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Il tramonto dietro le montagne arriva alle quattro.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Eccolo, l'autunno.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Lo vedo ora, seduta sul piccolo pontile di un lago della valchiusella, tra colline che cambiano colore ad ogni sguardo. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Il silenzio è assoluto. Tutto è fermo, l'aria è fredda, e il sole così basso, negli occhi, fa male.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Il cielo è vuoto quest'oggi.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">L'autunno è qua perchè alle quattro il sole già scende, ma la giornata è ancora serena. Questa luce si taglia tra le foglie per portare quaggiù un pò del loro colore. Si sacrifica per il loro colore.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Silenzio. Ogni tanto il verso lontano di un'anatra.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Ma questa luce non scalda.. Sembra quasi una strana notte.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Di fianco a me, seduto, mio nonno. Guardiamo nella stessa direzione, guardiamo la superficie dell'acqua.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Con lo sguardo malinconico e fisso del rinunciatario, lui. Di quei rinunciatari però cui non è concesso nemmeno il lusso della rabbia per non averci provato. Ci ha provato, lui, per tutta la primavera, per tutta l'estate, finchè le foglie stavano su, floride di clorofilla. Chissà se c'è riuscito.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Ora le foglie sono gialle, o rosse, nel migliore dei casi. Non riesco a capire se mi sembri profondamente sereno o immensamente triste.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Fissiamo l'acqua non cercando nulla. Solo scavando enormi buche. Gallerie nella mente, nella memoria. L'autunno è straordinario perchè ti fa fare questo. Te lo permette.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Eccolo, l'autunno.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Lo vedevo scendere sul suo volto, nei giochi di luci e ombre tra le rughe della sua fronte. Tra le rughe dei suoi occhi nebbiosi. Nei pochi capelli grigi, rade nuvole di una domenica pomeriggio di ottobre. Attende l'inverno ora lui, guardandosi indietro.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Nell'umido silenzio di questa luce discontinua e forte le nostre menti viaggiano.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Parallele.</span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9900;"><em>-Ci ho provato. E ci sono riuscito.- </em>vorrei che mi dicesse </span></span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff9900;">-<em>Ho portato un sacco di meravigliose foglie, all'autunno.</em></span></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Lo so.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;">Aspettiamo insieme di veder cadere la prossima foglia.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;"></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;"></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;"></span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff9900;"></span><br /><span style="color:#ff9900;"></span><br /><span style="color:#ff9900;"></span><br /><span style="color:#ff9900;"></span><br /><span style="color:#ff9900;"></span><br /><span style="color:#ff9900;"></span><br /><br /><br /><span style="font-size:85%;">(le dediche non sono il mio forte, forse questa persona di cui parlo ne è uscita male,da questo post. o forse no. comunque gli voglio bene,immensamente, anche se accettare il suo inverno è e sarà più difficile del vivere la mia primavera)</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-68841183759217649562009-10-22T09:25:00.000-07:002009-10-22T09:31:17.908-07:00le giornate grigie<span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Le giornate grigie le riconosco. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Sono quelle giornate in cui fa buio anche in casa, anche a mezzogiorno. E quando anche accendi la luce beh, fa più buio ancora, con la luce.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Le giornate grigie sono molto più straordinarie delle altre, perchè diventa tutto grigio, in quelle giornate grigie. Tutto dentro e fuori.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Supplichi una botta di vita, da qualcuno, da qualcosa in quelle giornate.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Ma nel frattempo <em>queste </em>giornate grigie sono talmente straordinarie che rendono grigio anche te. E te ne guardi bene,dalle botte di vita. Ben ben lontano dalla vita, mi raccomando. Fuggi.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Sul divano. Sulla sedia. A letto.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#c0c0c0;">Le giornate grigie ti fanno scappare a casa.</span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-16352103094693689512009-10-21T05:36:00.000-07:002009-10-21T11:01:46.202-07:00limiteEra una giornata come tutte le altre, o per lo meno così sembrava.<br />Quella mattina Paul si svegliò con la ferma intenzione di cambiare la sua vita. Sono pensieri che a 15 anni vengono spesso, ma capii che stavolta faceva sul serio. Erano mesi che diceva che era stufo di sentir parlare di limiti, che non voleva più essere uno qualunque e passare giorno dopo giorno non vivendo, ma solo esistendo. Era da un po’ che diceva che avrebbe voluto diventare qualcuno, o anche solo avere uno scopo per cui vivere, non andando a scuola perché era normale che alla sua età lo facesse, o passando i suoi pomeriggi davanti all tv, sprecando il suo tempo come gli adolescenti pigri che spesso guardava con disprezzo.<br />Mi chiesi cosa lo avesse portato a queste riflessioni, la sua era una vita normale: scuola, amici il sabato sera, un fratello, una situazione economica agiata…E mi chiesi anche cosa avrebbe fatto. Mistero svelato quando disse che si era iscritto in una squadra di basket. Sua madre continuava a dire che alla sua età era tardi per cominciare, lei che era stata una campionessa lo sapeva bene, e che era facile a 15 anni farsi prendere dai sogni e rimanere delusi se non si riescono a realizzare. <em>Arriverò in nazionale anche io</em> raccontava Paul la sera agli amici tra una birra e l’altra. Io cercavo di impedirglielo, ma sapevo bene che Paul aveva una marcia in più degli altri quanto a forza di volontà. E se voleva una cosa la raggiungeva cominciando con l’abbattere i limiti mentali che diceva essere la vera rovina della nostra società. E così tutti i pomeriggi andava agli allenamenti con autobus così affollati che non gli era sempre facile prendere, con me, e arrivato a casa continuava a giocare in cortile: lui, il pallone ed io.<br />Quando non riusciva ad andare in palestra si allenava con i pesi a casa e intanto metteva su delle spalle invidiabili. L’allenatore diceva che aveva talento, e lui passò da riserva a titolare, dai campionati provinciali a quelli regionali, dai regionali ai nazionali. Lui, il pallone, ed io.<br />Era arrivato dove voleva e la sua prima partita in nazionale cadeva nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Io lo guardavo, assistevo al momento più magico della sua vita.<br />Quando l’arbitro fischiò l’inizio della partita Paul mi guardò negli occhi e capì che diciotto anni prima eravamo nati insieme ma che solo uno di noi sarebbe morto quella sera. E quella sera lui avrebbe cominciato a vivere. Così mentre lui abbassava le braccia e cominciava a far girare le ruote della sua carrozzella io, il suo limite, capii di essere stato sconfitto.<br />E morii.<br />Lui, il pallone…e basta.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-1514763844176796442009-10-19T13:48:00.001-07:002009-10-21T05:50:18.860-07:00il nasino di Mattia.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjctvUytfHYJFNbp00IdGUtMhj7SO3du9rEL7sZTkVEDRVOx-rS79kxqez_DsOrWTbwbcft8lym9AzvJkyYr4DyBjWzN432IJmZJqJvubH0fe1DfXDrcH1_QEcfbiYfKFT7RPOJ2BJ9f7Q/s1600-h/IMG_0709.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5395034733179080994" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 199px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjctvUytfHYJFNbp00IdGUtMhj7SO3du9rEL7sZTkVEDRVOx-rS79kxqez_DsOrWTbwbcft8lym9AzvJkyYr4DyBjWzN432IJmZJqJvubH0fe1DfXDrcH1_QEcfbiYfKFT7RPOJ2BJ9f7Q/s320/IMG_0709.jpg" border="0" /></a><br /><div>Mi distraggo un attimo e quando mi giro c'è Mattia per terra a pancia in su con le mani sulla faccia che singhiozza visibilmente, anche a dieci metri di distanza, da sotto i pali da cui io sto guardando la partita.<br /><em>Mattia: Otto anni, corporatura media tendente al minuto, carino, biondino, intelligenza 10, creatività nel gioco 8, velocità 9, ambizioso, competitivo al massimo, agonistico. A volte mi sembra quasi cattivo, fa quasi paura. Esperienza di gioco, 7 allenamenti.</em><br />Gli vado incontro, di solito i bambini si lamentano per nulla.<br />-Alzati Matti dai che la squadra ha bisogno di te, siamo vicini alla meta, è nostra.<br />Toglie le mani dalla faccia, nulla. Si alza in lacrime e appena è in posizione verticale..fiumi di sangue dal naso. Rosso perso. A fiotti. Oh cazzo! Eh no Matti! No, no, smetti di piangere almeno, se non capisco più nulla nemmeno io. Il mio giocatore migliore, relazionando tempo di allenmaneti e risultati. Cazzo.<br />Usciamo dal campo, fazzoletti, acqua, acqua, fazzoletti, sangue, sangue, sangue. Non mi fa senso il sangue, ma avere le mani piene di sangue di un bambino devo dire che mi fa sentire davvero troppo comunista. Cazzate a parte, fa davvero impressione.<br />Dal campo arrivano di corsa Pietro, Elia e Alessandro.<br /><em>Pietro:Otto anni, corporatura minuta,molto molto minuta, una specie di criceto, bellino,moro moro,intelligenza non lo so ma follia 10+, passa le partite a urlare in momenti casuali e gli allenamenti a fare la haka, non che a fare capriole cantando Hanno ucciso l'uomo ragno nel bel mezzo di ogni azione clou. Molto veloce, creatività 8, trova i buchi della difesa anche dove non ci sono, occhi e mani sempre sulla palla. Esperienza di gioco 5 allenamenti.</em><br /><em>Elia:Nove anni, il giocatore perfetto. Intelligenza 10, creatività 7,più che altro è un tecnico, chiama schieramenti, paura del contatto -1, efficacia dei placcaggi 90%, chiama schieramenti, sprona i compagni, dà pacche sulle spalle anche a quelli a cui cade la palla perchè inciampano nei loro stessi lacci. Esperienza di gioco 3 anni.</em><br /><em>Alessandro:Nove anni, ciccione, rosso paonazzo,biondo, stupido ma molto dolce. Gioco di peso, di sfondamento. Lui chiude gli occhi e con la palla in mano calpesta anche l'arbitro, quando fa meta gli vengono gli occhi lucidi di gioia. Placcaggio buono, non sempre efficace, ma quando li prende oh,se lo sentono. Esperienza di gioco 2 anni.</em><br />-Cosa ci fate qua?<br />Pietro dice che Matti è il suo migliore amico e non lo lascia solo e che suo padre è un dottore delle ossa.<br />-E allora vallo a chiamare dai.<br />Elia vuole solo guardare come sta il suo secondo centro. Alessandro vuole aiutare il suo amichetto narrando di aver visto in tv un servizio di un tizio che in una rissa si è rotto il setto nasale di cui la parte fratturata gli è entrata nel cervello uccidendolo.<br />-Ragazzi,ma che cazzo ci fate qua? Stiamo giocando in tre in meno! Siamo sotto di 6 mete, vi pare il caso di uscire dal campo così?!? Dentro!!!!!!!!<br />Loro chiaramente entrano in campo per chiamare tutti gli altri che vengano a vedere il sangue di Mattia.<br />-Ragazzi,in campo!!! Vi pare il caso!!! Si lo so arbitro, mo arrivano tutti, scusa. Anche dall'arbitro ci deve cazziare?! In campo, e voglio almeno vedere due mete!Sveglia!!<br />Arriva la mamma di Mattia-e mo son cazzi che volano, pensa la sottoscritta. Ma lei è una buona donna "Amore se facevamo un corso di taglio e cucito non capitava, son cose che capitano nel FUTBOL.." EH no!!! Eh no signora però!! Va beh. La sorellina sostiene che si pianterebbe un ago in un occhio ad un corso di taglio e cucito. Ci sta come tesi.<br />Il naso smette di sanguinare, Matti riprende colore, e inizia a tifare, carico perso. Vuol erientratre in campo per spezzare il ginocchio che ha tentato di spiegarmi come è finito sul suo ex bel nasino.<br />-No Matti lascia stare, sei stato straordinario, hai fatto un sacco di mete perciò va benissimo così, sono orgogliosa Matti, davvero.<br />Gli basta mezz'ora e Mattia si spegne. Col pacchetto di ghiaccio sul naso fissa il vuoto e a chi gli chiede se sia spaventato dice solo "NO, però c'era troppo sangue..."<br />La partita non è persa, di più. Luca, l'altro allenatore, urla ogni genere di bestemmia contro ragnetti pieni di terra sempre più in confusione, c'è chi si mangia la maglia, chi si schiera con l'altra squadra, chi passa il suo tempo in fuori gioco, chi cerca di allaciarsi le scarpe da dieci minuti almeno. Chi canta hanno ucciso l'uomo ragno, chi guarda la partita del campo di fianco.<br />E intanto dall'altra squadra grandinano mete.<br />L'altra squadra è il Cus Torino, hanno tre squadre diverse per ogni categoria perchè sono troppi, tutti enormi, tutti vestiti di nero, non ne sbagliano mezza, allenati da un tizio che penso li chiami SOLDATO BIANCANEVE o PALLA DI LARDO. Prima di giocare contro di loro ogni volta ci sono bambini che scappano in lacrime, perchè non vogliono perdere. Nemmeno il naso.<br />La partita finisce, tutti negli spogliatoi. La giornata finisce, anche per l'allenatrice Valeria, che sale sul suo magico macchinone senza salutare nessuno. Il padre di Pietro sostiene che il naso non fosse rotto, il medico del posto dice di si. La madre è preoccupata, ma non stupita, e non ce l'ha con me se non altro.<br />Valeria torna a casa e si sente in colpa. Lei non stava guardando quando è successo, lei gli ha detto di mollare la palla sono quando si è sicuri di lasciarla ad un proprio compagno in consegna, lui non ha lasciato la palla agli avversari e ha spalmato il suo bel nasino su un ginocchio nero. E le mie mani e i miei pantaloni ora erano sporchi del suo sangue. Male, non mi piace che finisca così.<br />E Valeria stasera per scrivere questo stupido pezzo non l'ha chiamato per sapere come stava.<br />Ma se l'avesse fatto avrebbe voluto che Mattia fosse adulto per cinque minuti per capire queste parole:<br /><em>Non fa male Matti, non fa male. E' il rugby, è sangue.E' un gioco veloce, di attimi, di scatti, di fotografie perfette che montano l'armonico film di un'azione perfetta. Ma non tutti i momenti sono perfetti. Lo diventano solo se il finale è una meta. E non è stato il tuo caso Matti, il tuo momento non è stato perfetto, è stato uno dei tanti non perfetti che sanno di terra e di sangue ma che rendono ancora piu perfetti i miglioramenti, le mete. Tu oggi sei stato nella foto sbagliata, ma non ti spaventare. Si chiama caso, non farti spaventare da lui e torna a giocare, per favore. Se facevi un corso di taglio e cucito non capitava, ma tu hai fatto la scelta giusta, questo è lo sport, questa è la metafora di vita. E tu sei la mia promessa magica. Perchè nella mia breve carriera di allenatrice ne ho viste poche di fotografie perfette, Elia, Paolo, Stefano, Sebastiano, Enrico, Noah, ma oggi lo sei stato tu, il mio orgoglio. La tua corsa, un pò laterale,ma buona, i tuoi occhi che fissano sempre là, dopo la linea. Non è da tutti sai, puntare là.. alla tua età puntano tutti al punto dietro l'avversario, ma voi promesse no, vi riconosco perchè voi fissate la meta. E' stata solo una polaroid non asciugata bene, quel nasino che sanguinava. Capita. Ma non ti spaventare Matti, non smettere di giocare, per favore. Ci vediamo sabato pomeriggio allora eh, Matti? Ciao..</em><br /><em>TU TU TU TU..</em></div>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-60956304358623371992009-10-11T08:11:00.000-07:002009-10-11T08:15:42.790-07:00<span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">Sai come ti vogliono.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">Sai cosa vogliono da te. </span><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ff99ff;">Sai come ti vuole il <em>mondo.</em><br />Beh tu daglielo, credici, diventalo.<br />Ma sappi sempre che sono due piani separati. <em>Sappilo sempre.</em><br />Non arrivare <em>mai</em> a credere che sia quello che vuoi tu.<br /></span><br /></span><span style="font-size:130%;"></span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-69773304383793600132009-10-09T14:15:00.000-07:002009-10-09T14:33:03.522-07:00non vorrei essere fraintesaVorrei scrivere qualcosa di politica. Saper parlare di tutta questa merda in cui galleggia questo vecchio e bucato stivale che gioca a pigliare a calci in culo le isole.<br />Commentare, dire qualcosa che non sia stato detto, o comunque almeno qualcosa di originale.<br />Ma mi sembra tutto così assurdo, così paradossale, che le mie tesi contrarie a questa realtà assurda e paradossale mi sembrano così banali, ovvie, scontate.<br />Inoltre non vorrei essere fraintesa: laddove mi mettessi a parlare di leggi e/o di diritto costituzionale non vorrei che si pensasse che sono<em> professionalmente deformata</em>.<br />Se mi lanciassi in invettive o arringhe di vario tipo per esprimere le mie attuali opinioni non vorrei che si pensasse che sono la solita sinistroide<em> media</em> che per conformismo o per posa o per idiozia si schierano sempre dalla parte di chi si lamenta.<br />Se poi parlassi con la razionalità analitica e distaccata dei giornalisti, non vorrei mai che non si percepisse il mio odio. Non vorrei che cadesse a lato. Che perdesse il suo ruolo di protagonista. Questo sarebbe un pessimo fraintendimento.<br />Il più delle volte inoltre le mie tesi tendono ad essere incoerenti non tanto tra di loro quanto ripetto alle ideologie<em> di dottrina</em> sotto le quali tali e tante tesi vengono solitamente annoverate.<br />Infine quasi tutte le volte che ho una opinione a riguardo- più o meno supportata dalle nozioni che ho in materia- so individuare i problemi, spesso ne so vedere -o almeno ipotizzare credibilmente- delle cause, ma non ho soluzioni.<br />Tipo i vecchi al bar che si lamentano dell'umidità, dell'inflazione, del caldo, delle tasse, del freddo, della badante, del nuovo ct.<br />..Però non vorrei essere fraintesa: non ho mai detto di essere una rassegnata cinica indifferente cittadina media.<br />Ho piuttosto detto che il <em>premier</em> è un mafioso.<br />Ma non fraintendetemi, volevo dirlo nel senso di dire che Giorgio si nutre di <em>bambini</em>. Ma non mi fraintendete, non lo fa allo stesso modo del papa.<br />E la Carfagna è diversamente intelligente, diversamente brutta, diversamente casta e diversamente <em>selfmadewoman. </em>Il che chiaramente non vuole affatto dire <em>gnocca, imbecille, puttana da tornei e pompinara raccomandata su una poltrona costosa.</em> Affatto.<br />Ecco perchè tendo a non riuscire a scegliere come parlare di politica.<br />Non vorrei essere fraintesa con l'utilizzo del termine <em>politica. </em><br />Intendo <em>quella cosa lì</em> quando la chiamo<em> così. </em>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-79258385953873830032009-10-09T14:08:00.000-07:002009-10-09T14:10:32.515-07:00<span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">Venite tutti avanti, voi, con il naso corto. </span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">Signori imbellettati..io più non vi sopporto.</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio</span><br /><span style="font-size:130%;color:#ff99ff;">perchè, con questa spada, vi uccido quando voglio</span>.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-60572366918287051652009-10-05T05:25:00.000-07:002009-10-05T06:08:26.078-07:00deliri di una pausa pranzoSono uscita da due ore di dottrina dello stato e sono salita sul tram. Qui ho iniziato a filosofeggiare su metodologie ed epistemologie varie, e li per li mi sono sembrati pensieri intelligenti.. diciamo apprezzabili ecco.<br />E mi sono buttata ancora vestita e digiunante al computer per formalizzarli il prima possibile. Prima ovvero che se andassero, con la velocità solita di ogni mia riflessione intelligente.<br />In effetti già solo il tempo che sto usando per questa introduzione li fa scappare sempre piu lontano.<br />Tenterò.<br /><br />Il problema è valutare una teoria sulla base delle soluzioni che offre una volta portata alle sue estreme conseguenza. Io tendo a prendere in considerazione entrambi gli aspetti. Ovvero. Premesse-ragionamento-conseguenze-conclusioni. Mi piacciono le conclusioni? No? allora via le basi, via le premesse. Zero coerenza di fondo, tutto può essere messo in discussione e se lo si fa si deve partire dalle basi. Si devono minare le basi dell'edificio, farle saltare, per poi credere di costruire su un terreno vergine.<br />Questo è positivo intellettualmente. Scientificamente. Metodo tipicamente filosofico che porta le scienze filosofiche ad essere tendenzialmente prive di teorie finali unitarie e concordanti.<br />Ma a livello personale è un grande problema. Porta imprevedibilità, incoerenza. Vulnerabilità, ipersensibilità<br />Parto da presupposti che sono sempre pronta a mettere in discussione. (Per quanto l'imprevedibilità non sia così assoluta e onnicomprendente in quanto il metodo di ragionamento, le categorie usate sono poi sempre le stesse, fondamentalmente quelle dal nesso<em> causa-effetto)</em><br />E poi, circa a Porta Palazzo, mi son trovata a pensare che però questo potrebbe apparire del tutto incompatibile con le mie teorie sugli effetti. Vado a cercare e a minare le premesse quando gli effetti non tornano, almeno non come vorrei. Questo fa si che io in effetti (ah ah ah) non ignori del tutto le cause, il background, il <em>substrato.</em><br /><em>Mmmmm... (</em>in effetti il mio stupirmi delle incoerenze della mia epistemologia quotidiana è incoerente col fatto che mi sono appena autoproclamata incoerente. Quindi la cosa non mi stupisce, per ora).<br />Però ne ho anche tratto delle conclusioni, che più che teorie sono legittimazioni del mio modo di intendere e pensare il mondo, le persone e i rapporti.<br />L'autolegittimazione è la mia forma preferita di autoerotismo (mentale?).<br />E posso affermare (coerentemente?) che:<br />-il metodo <em>mettiamoindiscussionelepremesse</em> è filosofia. E' il mio essere filosofica, è il mio osservare, associare, sintetizzare, speculare sul mondo esterno. E' un metodo scientifico, una forma mentale, una lente di osservazione dalla quale -non so se potrei, ma comunque tendo a non prescindere;<br />-il partire dagli effetti dei comportamenti miei e degli altri,dai risultati di un metodo o di un assioma ignorandone i punti di partenza, è un metodo comportamentale. E' uno step successivo. E' un modo di affronatre le cose a livello pratico, non teorico,non puramente limitato al pensiero, anzi, del tutto proiettato sull'azione. Senza teoreticismi. L'agire in base ai soli effetti, in base solo a ciò che ha pratiche conseguenze, tanto empiriche da essere oggettive e oggettivabili (almeno per <em>i più</em>) in modo da rendere razionalmente prevedibile ogni conseguenza ulteriore di quelle che già sono conseguenza.<br />Il che non è del tutto incoerente come sistema. Lo sarebbe se fosse applicato nei medesimi momenti, alle stesse situazioni, o se pretendesse di essere parimenti applicabile, in ogni sua sfaccettatura, ad ogni rapporto reale, con il reale. Non è incoerente nei termini in cui mi pongo in modo diverso in due <em>momenti mentali </em>diversi, applicando ovvero l'un metodo in uno, l'altro nell'altro. Il fatto poi che il primo, applicato al mio solo pensiero e non alla mia azione, renda il mio comportamento talvolta incoerente beh, è un problema degli altri, o meglio di chi come me si regola solo sugli effetti, comportamentisticamente. E gli effetti sarebbero poi i miei comportamenti, i miei modi di agire. In un modo penso, in un altro modo mi comporto : agisco prendendo gli effetti- i soli sui quali mi posso scientificamente basare- come premesse; se poi volessi applicare la prima <em>forma mentis</em> al comportamento mi troverei in difficoltà, non potendo minare i paradigmi di base che, manco a dirlo, non dipendono da me.<br /><br />Tutto ciò non ha minimamente senso e lo so, ma devo tornare a lezione perciò non ho tempo nè di correggerlo nè tantomeno di cercare di renderlo comprensibile a tutti. E nemmeno a qualcuno. E nemmeno a me stessa. Diciamo che do fiducia ai lettori e alla loro capacità di andare oltre il mio scrivere di getto. Molta di più di quella che do a me stessa.<br /><br />Detto ciò la conclusione-non che<em> leit motiv- </em>della riflessione consiste nel fatto che i rapporti UNO ad UNO, tra due singoli individui, al di fuori delle dinamiche di un gruppo, sono (più) difficili e (più) complessi perchè da questi rapporti ci si aspetta sempre qualcosa. Tendiamo ad avere bisogno di formalizzarli, di dargli un nome, spesso (purtroppo?) di dargli un<em> fine. </em>Sin da subito. Questa necessità di schematizzazione, di inclusione in determinati preschemi, li rende estremamente complessi. Ognuno ha aspettative e delusioni continue, presunzioni e sussunzioni il più delle volte erronee nei termini in cui non essendo espresse non possono essere nè confermate nè delegittimate tempestivamente, prima di dare luogo a conclusioni le cui base sono instabili e controproducenti.<br />E questo li rende anche estremamente più affascinanti, perchè misteriosi.<br /><em>Voi non state davvero guardando..voi volete essere ingannati.</em><br />E questo rende l'amicizia più facile dell'"amore". E le amicizie di lunga data più semplici e rassicuranti.<br /><br />Cazzo devo andare-senza pranzo-senza doccia-senza aver comprato nuovi fogli su cui scrivere.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-54471014301795120382009-10-02T03:13:00.000-07:002009-10-02T10:05:57.830-07:00è un paese per vecchiQuesto è un paese per vecchi. Alice Superiore.<br /><br /><br />Attraversi il paese - centro- municipio- Società, poi Cavalice sulla sinistra.<br /><br /><br />Mezza curva, stop. Freccia a destra e su, salita. Salita salita però, salita vera, di quelle che la seconda il più delle volte non riesci a metterla, fino oltre la metà almeno, devi aspettare il cimitero, per la seconda. Questa strada in salita è stata per anni uno dei miei "posti" preferiti. Stretta, dritta, senza righe bianche- gli alberi -castagni per lo più, e betulle- si toccavano sopra la tua testa, perciò quella starda non era mai al sole.<br />Da piccola mi ci portava il nonno a strappare dai muretti di pietra le radici di liquirizia- che per altro nemmeno mi piacevano, mi affascinava solo l'idea, e poi andava sempre a finire che stavo male tutta la notte.<br /><br /><br />Niente di più buio di quella strada, di notte. Roba da perdere l'equilibrio.<br /><br /><br />E, in punta, il cimitero.<br /><br /><br />Ho incontrato una persona lungo quella strada. O meglio ne ho incontrate tante, ma questa è quella che ho conosciuto meglio.<br />Era una bambina, quando l'ho conosciuta.<br /><br /><br />Ogni sua fantasia, ogni suo senso del gotico, della paura e del fascino per la paura, ogni pensiero sulla morte, sui fantasmi o su qualunque altra cosa grigia e bellissima vi venga in mente hanno avuto per lei come scenario quel piccolo cimitero.<br /><br /><br />A cinque anni ha letto il suo prima libro, un "piccoli brividi"- con gran crepacuore di sua madre che ha tentato invano di propinargli <em>battelli a vapore</em> di vario genere-, ed era una bambina bruttina, malaticcia e con i capelli a spazzola che parlava solo di morti, tombe, fantasmi e..partigiani.<br /><br /><br />Già, perchè mentre zompettava per mano al nonno mangiucchiando la sua insulsa radice, lui raccontava. Sempre le stesse storie, da anni, sentite e risentite, oggi. Raccontava di guerra, tedeschi, fucili.<br /><br /><br />Le passeggiate proseguivano poi in solitaria, per loro. Lui scendeva,verso casa, lei proseguiva su.<br /><br /><br />Un pò oltre il cimitero, prima della chiesa, svolti a sinistra e vedi, in mezzo alla radura più <em>nightmarebeforechristmas </em>della storia una croce di pietra per terra. E le è stato raccontato spesso del prete,<em> freddato la domenica mattina all'uscita dalla messa dai tedeschi, dopo un ridicolo tentativo di fuga in mezzo a quegli alberi..si diceva nascondesse armi inglesi, sotto gli altari</em>. E allora beh, lei avrebe voluto vivere li. A nove anni, tutto la annoiava, gli adulti sono l'errore più assurdo del creato, e avrebbe solo voluto vivere in quel momento speciale, assurdo, sanguinario e vivo- non le interessava nemmeno come, se essere quello che imbraccia il fucile o l'eroe che cade.<br /><br />Era assurdo, nel sentirla parlare, capire quanto le piaceva quella croce. Cazzo, quanto le piaceva.. Non aspettava altro che scappare di casa e andare a fissarla. Per poi fare un giro li intorno, e poi intorno alla chiesa, a cercare le tracce dei tedeschi -illusa,come se fossero stati assassini che fuggivano di nascosto cercando di camuffare le loro tracce; in realtà sicari della legge-.<br />Lì di fianco la chiesa, dicevo. Nulla di che, incastrata in una boscaglia che da dietro sembra volersela ingoiare. Umida e banale; davanti un viale perfettamente diritto la congiunge al cimitero.<br /><em>Se mettessero le rotelle alle bare potrebbero andare a seppellirsi da sole,finiti i funerali.</em><br />Il campanile della chiesa domina il paese intero.-Alto, imponente, invadente. Penetrante. Suona -e ha sempre suonato- ogni ora, ogni ora e cinque minuti, ogni ora e mezza -da una a dodici volte. Poi trenta rintocchi alle sette e mezza del mattino e della sera, <em>per far sapere ai contadini senza orologi quando un buon cristiano deve iniziare a lavorare, e quando deve smettere.</em><br />Nulla di pù adatto per questo paese per vecchi, e per bambini.<br />Comunque. Prima tappa croce, trovati e giustiziati i tedeschi cecchini di Don Gedda via, al cimitero.<br />E quando come lei hai nove anni, e sai mille di queste storie, e il paese è tutto il giorno grigio e deserto, e puoi entrare in un cimitero..beh, sei felice.<br /><em>Io do questo ai bambini cazzo, altro che caramelle, altro che cartoni animati. Queste sono le mie caramelle per te, piccola. E starò attento ad ascoltare quello che raccontate, e che montate, mettete insieme, con queste vostre vecchie storie, potreste rivelare l'essenza della realtà meglio di chiunque.</em><br />Allora lei entrava nel cimitero e iniziava la sua scelta, tra i loculi e le tombe.<br />Quelli con le foto a colori erano morti qualunque, di quelli nuovi nuovi, delle cui malattie la mamme e la nonna parlano al pranzo di Natale e a Pasqua son già morti -o quelli di cui vedi gli incidenti x strada con tua madre che incuriosita passando guarda, ipotizza, commenta sconvolta, con convinzione di compassione, assassina di ogni pudore.<br />Ma quelli con le foto in bianco e nero...wow.<br />Quelli si che dovevano essere persone speciali. E allora lei riscriveva la storia della loro vita : eroi, briganti, trafficanti di armi, partigiani burberi ed eremiti, soldati inglesi biondi e belli.<br />Le donne poi. Nelle foto in bianco e nero hanno tutte gli stessi occhi. O tristi, o cattivi.<br /><em>Eccoti, un'altra caramella.</em><br />Avvelenatrici dei loro mariti, contadine analfabete che sgobbando trovavano tesori immensi, sotto la meliga. Ragazze che nascondevano volantini da portare a Traversella nelle notti, senza paura del buio. Del resto, col senno di poi, lei aveva paura del buio perchè aveva il terrore dei fantasmi, e i suoi fantasmi erano loro. Ma quelle ragazze erano senza passato. Senza fantasmi, costruivano futuri. Mentre ora questo paese per vecchi in effetti ha solo più un passato.<br />Sopra l'entrata del cimitero stava l'Angelo. Angosciante e magico. Silenzioso. Era lui, si diceva, ad aprire i cancelli del cimitero solo a chi aveva storie straordinarie sulla propria vita da raccontargli- con cui dilettarlo. Si annoiava, lassù, altrimenti.<br />Addirittura si narra di sepolture miseramente fallite -nonostante fosse già avvenuta la raccomandazione delle <em>buonanime</em> alla pace eterna- perchè quel cancello si era incastrato. L'Angelo non li lassciava entrare, se ne fregava di cosa aveva appena detto il prete.<br />Il Caronte di Alice Superiore- e niente monete sugli occhi, pagamento di pedaggio- che mancassero a quei cadaveri. Ignoranza, fantasia, leggende -e caso- , quassù si servono solo di un pò di ruggine nella serratura.<br />E non erano i cattivi, a non entrare- solo le persone banali. Squartatori tedeschi e spie riposano lì, ora, ma le persone normali no. Questo però a nove anni non la faceva temere per la pace della sua anima, perchè lei non era una qualunque: lei era l'unica che conosceva la vera storia. Quella di quella lapide che trasuda verde muffa, quella di quello strano lamento notturno che nessuno sa dire di che animale sia.. perchè è della donna che in guerra ha perso il figlio - e che ancora vaga urlando a tutti i preti che passano di lì "<em>perchè?"</em>.<br />Una bambina li in mezzo trova la chiave di lettura. Anzi, ce l'ha dentro. E poi legge tutto così.<br />Ogni oggetto antico, tutti quei fienili aperti, con la loro polvere, e i soffitti alti. Ogni foto, ogni finestra senza vetri, ogni scritta sui muri. Le date sopra ai portoni, o incise nel legno. Gli alberi, i bastoni, i sassi, i tetti crollati.<br />Le vecchie cantine in mezzo ai boschi divorate dalle more - erano tutti speciali. Avevano storie straordinarie, affascinanti, tutte legate tra loro. Leggende popolari e personaggi appena inventati, storie che hanno fatto la storia e storie personali. Amalgamate, confuse, tutte a creare questo vapore che impregna di muffa le tombe e fa ghiacciare di rugiada quel prete -<em> che sapeva di avere i minuti contati, sapeva che qualcuno era andato giù, alla caserma dei fascisti a spifferare tutto. Allora aveva fatto allonatanare a forza i chirichetti, ragazzini, quattro che non capivano, prima di iniziare a correre..e tra loro c'era anche Giovanni..Giovanni Gaido, che aveva visto il suo sangue, sai piccola?</em><br />Le veniva da piangere, a sentire quella storia. E non di commozione. Una sorta di rabbia infantile, di invidia e nostalgia, come quella che provano i vecchi; perchè guardava il suo nonno e gli chiedeva "perchè eri tu quel chirichetto, e non io? Volevo esserci io..".<br />Ma la verità era che quel giorno c'era lei. E lui anche. Aveva sentito talmente tante volte quella storia, e talmente tante l'aveva immaginata, che l'aveva fatta rivivere, alla fine. Con lei quei tedeschi lo hanno inseguito di nuovo, ucciso di nuovo. E lui era scappato ancora, e quei chirichetti avevano sgranato gli occhi ancora di più. E lei c'era, lei era memoria della storia e della guerra quanto suo nonno. Ogni volta lei e suo nonno avevano otto anni insieme.<br />Questo è un paese per vecchi e per bambini.<br />Le cose sono invecchiate ma sono quelle di allora. Sono i fienili aperti, le porticine di legno marcio nel sottobosco.Sono gli stessi quei tetti di pietra, le erbacce e la chiesa dove fa freddo tutto l'anno, con quelle fineste a rasoterra che danno sui sotterranei, sicuramente ancora pieni di armi inglesi per partigiani dei boschi.<br />Le persone normali, <em>i grandi</em>, non vivono qua.<br />Abitano queste case, girano queste strade, dirigono questo comune. Ma non sanno nulla, della storia. Ci provano, coi libri, con le fotografie, con gli incontri..ma è inutile, non la vedono, la storia. Non la vedono come i vecchi almeno, nè come i bambini.<br />Le strade qui sono sempre vuote, le vecchie indossano gli stessi panni di allora, si siedono sui bordi delle strade, fissano vuote le nmacchine passare, ma non le vedono -per un secondo le vedono, le criticano, acide, ma poi smettono, tornano nella <em>storia</em>, e ricominciano ad ignorarle.<br />Non vedono il ridicolo cartellone luminoso sulla piazza, nè i parcheggi, nè le parabole. Guardano il vuoto e si vedono vivere di nuovo- ricordano, ma sono lì. Rivivono. E raccontano. E anche i bambini allora intraprendono con loro questo viaggio da cui questi<em> grandi</em> sono esclusi.<br />Questi boschi, questi soldati, queste case, sono le stesse. Sono fantasmi, ma sono lì, ci sono.<br />E chi sta agli estremi opposti della vita li può vedere, chi ci sta in mezzo no, troppo occupato a vivere il presente per ricordare il passato. O reinventarlo.<br />E' un paese per bambini perchè saranno pure piccoli, ma anche loro vedono la guerra, vedono la storia straordinaria, nazionale e quortidiana, di ideologie e di fame, di galline rubate e cartoline per la leva. Di vittoria e figli morti.<br /><br />L'ho conosciuta, quella bambina. E ho trattato la storia che mi raccontava con la tipica ironia, col finto stupore sulla faccia e con il sorriso falso. Ma lei me la raccontava come fossero verità per eletti. Per menti sopraffine degne di vivere davvero la storia - qualunque significato si voglia dare alla parola<em> storia. </em><br />Ma si sbagliava, lei, a darmi fiducia. E mi sbagliavo io, a non darne a lei.<br />Aveva la verità in bocca, cazzo, e io non lo sapevo. Ero ormai troppo<em> grande.</em><br />Ora quella bambina è cresciuta, e si annoia anche un pò in quel paese, in quella vecchia casa, con quel vecchio solaio- pieno di oggetti tarmati da storie straordinarie che nei cigolii della notte cerca ancora di raccontarle. Lei non le sente più, però.<br />Non parla più quella lingua.<br />Si annoia e ironizza, si chiude il naso per evitare l'odore della polvere e della muffa.<br /><br />Ma la notte ha ancora paura del buio.<br />Quando cammina per strada la sera e sente i rumori nei boschi.. beh, sarà il buio, sarà l'atmosfera, saranno i pipistrelli, racontatele quello che vi pare..<br />Ma lei sa che l'unica vita di questo paese, le uniche percone che la vivono, gli hanno dato e gli stanno dando una storia, sempre la stessa. Che è realtà.<br />Lo è finchè c'è memoria e finchè c'è fantasia. Finchè ci son vecchi e finchè ci son bambini.<br />Per questo sa che quei rumori sono partigiani vestiti di velluto e fustagno, che fumano Nazionali e masticano radici di liquirizia e fiori di sambuco.<br />E ha paura, li sente. E ha paura che, nella notte, la prendano per un tedesco.scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5030760639075588718.post-90940425157157197472009-09-28T10:56:00.000-07:002009-09-28T13:05:57.911-07:00metaFoglio<span style="font-family:verdana;"><span style="color:#ffff66;"><span style="font-size:130%;">Non so perchè ho aperto questo blog. Ho letto quelli dei miei amici, spesso. Quello che mi ha scatenato il tutto forse è stato il pezzo di Apo scritto post vacanza Spagrìa. Mi ha fatta sentire all'altezza, mi ha fatto pensare che forse basta aver qualcosa da dire a qualcuno per vincere il diritto di occupare un angoletto di web e magari il diritto di essere letta.</span><br /><span style="font-size:130%;">O forse no.</span><br /><span style="font-size:130%;">A voi l'ardua sentenza comunque.</span><br /><span style="font-size:130%;">Nella mia vita cosciente ho scritto chilometri e chilometri, ma la possibilità dell'esposizione " pubblica" (laddove gli insegnanti non li ho mai considerati pubblico,anche se sono stati l'unico che io abbia avuto-breve esperienza giornalino del Botta esclusa-e rimossa).</span><br /><span style="font-size:130%;">La forma in cui io abbia mai scritto inoltre è sempre stata assolutamente cartacea. E questa tastiera, or ora che ci faccio caso, fa crollare a picco il grafico del fascino della parola. Ma ci accontenteremo, cercherò di farmi una ragione del fatto che queste sono parole lo stesso.</span><br /><span style="font-size:130%;">Di solito la forma cartacea passava attraverso quelle fasi di <em>tidicochehoscrittoqualcosa-</em>imbarazzo-<em>daileggimelotiprego-</em>imbarazzo-<em>nosemaiteloleggitudasolomamidevipregareancoraunpò-</em>imbarazzo-<em>tiguradocheleggi </em>o <em>leggoioavocealta-</em> imbarazzo e imbarazzo.</span><br /><span style="font-size:130%;">E allora perchè ora?</span><br /><span style="font-size:130%;">Voglia di aprirsi-esporsi.</span><br /><span style="font-size:130%;">Voglia di dissimulare-far credere.</span><br /><span style="font-size:130%;">Bisogno di farsi conoscere comunicando con <em>arte.</em></span><br /><span style="font-size:130%;">Slanci di creatività.</span><br /><span style="font-size:130%;">Tentativi vari di superare me stessa e la mia banalità - o quella del mondo che si vuol far raccontare da me?-, possibile, comunque, solo nel confronto con gli altri.</span><br /><span style="font-size:130%;">Mostrare e dimostrare.</span><br /><span style="font-size:130%;">Richiedere giudizi. Si, bisogno di essere giudicati. Che altro non può essere se non conseguenza di una estrema fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e possibilità.</span><br /><span style="font-size:130%;">Si forse sotto sotto sono convinta di essere brava. O almeno alfabetizzata diciamo, e anche benino. Tendono a mancarmi originalità, materiali. Ispirazioni?</span><br /><span style="font-size:130%;">Per anni ho scritto e mi son sempre sentita (e sentita dire di essere) brava.</span><br /><span style="font-size:130%;">Poi ho smesso.</span><br /><span style="font-size:130%;">Scrivere danneggia te e chi ti sta intorno.</span><br /><span style="font-size:130%;">Ho scritto un paio di lettere- di quelle importanti, pesanti, appiccicose, a quelle pochissime persone che allora reputai degne. Poi ho smesso di scrivere.</span><br /><span style="font-size:130%;">Ho perso esercizio, ho perso tecnica, ispirazione. Ho perso la voglia di mettermi sul foglio. Riempire quelle pagine binche era una meta- la guardavo, sapevo cosa avevo dentro, ma non ero in grado non tanto di dargli forma, quanto di trovare la voglia di dargli forma.</span><br /><span style="font-size:130%;">Scuse. Non ho tempo, devo studiare, devo andare a comperare delle presine da forno, devo pregare, devo fare gli addominali, hanno messo fuori produzione il mio inchiostro preferito, gesù mi ha detto che le stigmate macchiano il foglio. </span><br /><span style="font-size:130%;">Per anni ho rinunciato alla mia meta.</span><br /><span style="font-size:130%;">Del resto la pagina bianca è qualcosa di nettamente più fascinoso -e spaventoso-</span><br /><span style="font-size:130%;">dal punto di vista estetico. Un foglio bianco ti fa sentire giovane.</span><br /><span style="font-size:130%;">E questo il computer non te lo dà, la pagina che non scrivi non esiste fino al momento in cui non cessa di essere una <em>paginachenonscrivi</em> per diventare una <em>paginachehaiscritto</em> -esistono solo in relazione alla loro funzione, iniziano ad esistere solo da quando possono adempiere alla loro funzione : essere riepite. O meglio, no, perchè prima non è che esistano, vuote. Nascono solo in relazione a te, hanno bisogno delle tue parole. Diciamo che iniziano ad esistere solo quando iniziano ad esistere.</span><br /><span style="font-size:130%;">Nulla a che vedere con i quaderni, o i diari, che le pagine vuote te le fanno sentire, e vedere, e pesare. Esistono eccome,con o senza di te, sono realtà senza il tuo contributo, sono il tempo, sono il mondo. Che se ci sei bene, se non ci sei ciccia, cià. Le pagine binche di carta si fanno sentire cazzo, forte anche. Cambiano addiruttura la tua scrittura, a seconda di quante ne hai dietro. Felice metafora. Fai fatica a sfogliare, ma quando hai tante pagine bianche sotto il foglio scrivi meglio. Felice metafora. </span></span></span><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:130%;color:#ffff66;">Processo di crescita da sfogliare. Anche quando non è ancora avvenuto.</span></span><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="color:#ffff66;"><span style="font-size:130%;">Con le pagine di carta sei <em>in potenza.</em></span><br /><span style="font-size:130%;">(Ho appena scritto una pagina parlando delle pagine. Incredibile. Gran titolo, Valeria.)</span><br /><span style="font-size:130%;">In ogni caso, per essere breve. Scriverò - non so per quanto,diciamo che ci proverò- perchè ho qualcosa da dire. E ho qualcosa da dire perchè ho trovato lungo le mie pagine bianche, scarabocchiate qua e la di nomi, numeri, disegni, delle persone che mi hanno messa davanti al fatto che ho qualcosa da dire. E lo hanno potuto fare perchè sono persone straordinarie, e la realtà, così come i sogni, spalanca le sue porte solo alle persone straordinarie. Extra-ordinarie.</span><br /><span style="font-size:130%;">Scriverò finchè qualcuno leggerà -sempre per la mia fissazione maniacale filosofica per gli <em>effetti</em>.</span><br /><span style="font-size:130%;">Da qui in poi saranno solo squarci di filosofia, politica, narrativa (no questa no, non son capace, ma spero vi scorderete che per licenza poetica l'ho inserita nell'elenco), citazionismo acuto, deliri vari e poesia ( no nemmeno questa sono in grado di mettere insieme, ma spero vi scorderete che per licenza narrativa l'ho inserita nell'elenco).</span><br /><span style="font-size:130%;">O forse resterà solo questa introduzione che sto scrivendo sulla mia <em>moleskine</em> -perchè non so rinunciare alla magiche <em>cartaepenna-</em> e perchè questo blog ancora non esiste.</span><br /><span style="font-size:130%;"><em>Esisteva, </em>quando l'ho scritto.</span><br /><span style="font-size:130%;">Cioè ora esiste,ma allora non ancora. Dai, ci siamo capiti.</span></span></span>scarWorshttp://www.blogger.com/profile/17128724250848215457noreply@blogger.com0