venerdì 9 ottobre 2009

non vorrei essere fraintesa

Vorrei scrivere qualcosa di politica. Saper parlare di tutta questa merda in cui galleggia questo vecchio e bucato stivale che gioca a pigliare a calci in culo le isole.
Commentare, dire qualcosa che non sia stato detto, o comunque almeno qualcosa di originale.
Ma mi sembra tutto così assurdo, così paradossale, che le mie tesi contrarie a questa realtà assurda e paradossale mi sembrano così banali, ovvie, scontate.
Inoltre non vorrei essere fraintesa: laddove mi mettessi a parlare di leggi e/o di diritto costituzionale non vorrei che si pensasse che sono professionalmente deformata.
Se mi lanciassi in invettive o arringhe di vario tipo per esprimere le mie attuali opinioni non vorrei che si pensasse che sono la solita sinistroide media che per conformismo o per posa o per idiozia si schierano sempre dalla parte di chi si lamenta.
Se poi parlassi con la razionalità analitica e distaccata dei giornalisti, non vorrei mai che non si percepisse il mio odio. Non vorrei che cadesse a lato. Che perdesse il suo ruolo di protagonista. Questo sarebbe un pessimo fraintendimento.
Il più delle volte inoltre le mie tesi tendono ad essere incoerenti non tanto tra di loro quanto ripetto alle ideologie di dottrina sotto le quali tali e tante tesi vengono solitamente annoverate.
Infine quasi tutte le volte che ho una opinione a riguardo- più o meno supportata dalle nozioni che ho in materia- so individuare i problemi, spesso ne so vedere -o almeno ipotizzare credibilmente- delle cause, ma non ho soluzioni.
Tipo i vecchi al bar che si lamentano dell'umidità, dell'inflazione, del caldo, delle tasse, del freddo, della badante, del nuovo ct.
..Però non vorrei essere fraintesa: non ho mai detto di essere una rassegnata cinica indifferente cittadina media.
Ho piuttosto detto che il premier è un mafioso.
Ma non fraintendetemi, volevo dirlo nel senso di dire che Giorgio si nutre di bambini. Ma non mi fraintendete, non lo fa allo stesso modo del papa.
E la Carfagna è diversamente intelligente, diversamente brutta, diversamente casta e diversamente selfmadewoman. Il che chiaramente non vuole affatto dire gnocca, imbecille, puttana da tornei e pompinara raccomandata su una poltrona costosa. Affatto.
Ecco perchè tendo a non riuscire a scegliere come parlare di politica.
Non vorrei essere fraintesa con l'utilizzo del termine politica.
Intendo quella cosa lì quando la chiamo così.

1 commento:

  1. non sarai fraintesa, perchè diversamente intelligente non vuole affatto dire gnocca, come diversamente brutta significa imbecille.
    Un buon modo per parlare di politica è essere sobri, ma non del tutto, democratici, ma non completamente, vestiti, ma non in maschera, linguisticamente dotati, ma non grammaticalmente fascisti.
    Un cattivo modo di parlare di politica è essere politici.

    RispondiElimina